I coniugi Spini tornano ad Albino per chiudere in bellezza il progetto "Moroni 500"
Dal 12 novembre al 26 dicembre, l'opera che li rappresenta sarà esposta nella mostra alla Chiesa di San Bartolomeo di Albino
Volge al termine il progetto “Moroni 500” e, dopo i tanti appuntamenti in occasione del mezzo secolo dalla nascita dell’artista bergamasco, la volata finale non poteva che avere le qualità della mostra, che verrà allestita alla Chiesa di San Bartolomeo dal 12 novembre al 26 dicembre. Per realizzarla, il Comune di Albino, Promoserio, la Parrocchia di Albino, Fondazione Credito Bergamasco - main partner del progetto sin dalle sue prime battute - e Accademia Carrara hanno unito le proprie forze in sinergia.
La chiesa di Albino darà palcoscenico di una mostra speciale, a cura di Orietta Pinessi, che farà tornare a casa due albinesi doc, Bernardo e Pace Rivola, i celebri coniugi Spini immortalati da Moroni a figura intera (1573-1575), insieme alla tavola del Cristo portacroce con un devoto (1518) di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, maestro bresciano del pittore albinese.
Le tre opere saranno presentate al pubblico a conclusione dei restauri donati da Fondazione Credito Bergamasco e realizzati da Delfina Fagnani, a coronare la lunga campagna conservativa della Fondazione, che negli ultimi anni ha interessato ben 18 opere di Moroni tra dipinti e polittici.
I prestiti arrivano dall’Accademia Carrara, la cui direttrice Maria Cristina Rodeschini sottolinea: «La coppia di ritratti a figura intera di Pace Rivola e di Bernardo Spini a opera di Giovan Battista Moroni è uno dei più celebri pendant della storia dell’arte del Cinquecento. I coniugi Spini vengono esposti ad Albino nel luogo d’origine della famiglia aristocratica e dello stesso pittore, offrendo al pubblico un’occasione più che appropriata per il contesto culturale e sociale. La presenza ad Albino anche della preziosa tavola di Alessandro Bonvicino, il Moretto, con il Cristo portacroce e un devoto sottolinea da un lato l’importanza dell’alunnato di Moroni nella bottega del maestro bresciano e dall’altro la ricchezza delle collezioni della Carrara».
Con questa mostra giunge a compimento la narrazione della vicenda straordinaria di Moroni, pittore ormai universalmente celebrato come un protagonista della pittura del Rinascimento, ma che per gran parte della sua vita scelse di vivere e operare nel paese natale, Albino, sfidando dalla periferia il protagonismo delle grandi capitali dell’arte della sua epoca.
Entusiasta il commento del sindaco di Albino, Fabio Terzi: «È un sogno che si trasforma in realtà. Il ritorno ad Albino dei celeberrimi coniugi Spini, albinesi “doc”, capolavori di Giovan Battista Moroni, splendidi nel loro recente restauro, rappresenta il migliore coronamento di oltre un anno di celebrazioni in occasione del cinquecentenario della nascita del grande artista albinese».