Il nuovo volto della Biblioteca Umanistica dell'Università di Bergamo, tra passato e futuro
Ieri (7 maggio), in occasione del primo giorno di "Bergamo Next Level", i presenti hanno potuto osservare il recupero degli affreschi

di Clara Scarpellini
Nel cuore del complesso di Sant’Agostino, la Biblioteca Umanistica dell’Università degli Studi di Bergamo è tornata a splendere, aprendosi alla città con una veste rinnovata pur senza rinunciare alla sua anima antica. È questo il primo atto della quinta edizione di “Bergamo Next Level”, il festival del sapere che, fino al 10 maggio, porta il grande pubblico a riflettere sull’«Innovazione con le radici», come recita il titolo dell’edizione 2025.
«Questa nuova biblioteca sarà aperta a tutti, va vista come un luogo comune per la conoscenza - ha detto all'inaugurazione andata in scena ieri, mercoledì 7 maggio, il rettore Sergio Cavalieri -. Vogliamo essere un’università che dialoga con la città e che alimenta il fermento culturale del territorio». E, proprio durante i lavori di restauro, tra gli intonaci del Chiostro Minore è emerso un fregio decorativo nascosto da secoli.
Bergamo, città che studia (da sempre)




All’inaugurazione, studenti, ricercatori e cittadini hanno potuto ascoltare le storie dietro il recupero degli affreschi, guidati dalle parole di Sara Damiani, ricercatrice dell’Ateneo: «Abbiamo riscoperto pitture ispirate a illustrazioni seicentesche, create dai frati agostiniani per ornare gli spazi di studio. Ora tornano a vivere, come numi tutelari della conoscenza».
La nuova biblioteca incarna lo stesso spirito dei frati che la abitavano un tempo, riconoscendo e valorizzando il profondo legame tra parole e immagini. Con oltre 200 posti studio, una sala dedicata ai libri d’arte e spazi pensati per vivere l’università oltre l’orario delle lezioni, l’intervento si presenta come un salto di qualità. «Studiare in un ambiente così carico di storia sarà un privilegio per tutti», ha detto Annalisa Bardelli, responsabile dei servizi bibliotecari.
Passato che dialoga col futuro

Il rettore Sergio Cavalieri e la sindaca Elena Carnevali

Il rettore Sergio Cavalieri e la sindaca Elena Carnevali

L'entrata dal Chiostro Minore
Ma dietro al recupero del patrimonio c’è anche una visione urbana e culturale più ampia. Durante l’inaugurazione, la sindaca Elena Carnevali ha voluto sottolineare il legame tra l’Università e la biblioteca Angelo Mai, storica custode del sapere cittadino: «Questo luogo ospitava già secoli fa la raccolta agostiniana, considerata la prima biblioteca di Bergamo. Oggi, grazie alla tecnologia, questo patrimonio è facilmente fruibile a chiunque. Ma il valore forse più profondo è che saranno proprio studentesse e studenti a vivere quotidianamente questo luogo così ricco di storia e significato, per studiare, consultare libri e coltivare il sapere».
Come ha ricordato anche l’architetta Anna Maria Basso Bert, «la scoperta del fregio durante il restauro è stata casuale: è successo durante i lavori per un ascensore. Pensavamo che le decorazioni fossero perdute dopo l’occupazione militare, ma queste pitture ci hanno restituito un pezzo prezioso della nostra storia. Nello spirito di questo festival, ora sta anche alle future generazioni prendersene cura».