L'appuntamento

L'omaggio a Dino Buzzati, che di Bergamo disse: «Com'è possibile non sia famosa in tutto il mondo?»

Venerdì 8 aprile, in Sant'Agostino, una performance artistica dedicata al grande scrittore e ideata dalla professoressa Di Gaetano

L'omaggio a Dino Buzzati, che di Bergamo disse: «Com'è possibile non sia famosa in tutto il mondo?»
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di Marinella Carione

Domani, venerdì 8 aprile, alle 15.30, nell'Aula Magna dell’università a Sant'Agostino si terrà l'omaggio a Dino Buzzati nel Cinquantenario della morte (28.01.1972 – 28.01.2022). L’evento, col sottotitolo “Tensioni perdute: arti in dialogo”, era già in programma per il 28 gennaio, anniversario della scomparsa dello scrittore, ma è stato posticipato a causa delle restrizioni sanitarie. Per partecipare basta iscriversi al link bit.ly/unibgomaggiodinobuzzati e agli interessati verrà rilasciato un attestato.

Ideatrice di questo evento è la professoressa Rosaria Di Gaetano, pesarese di origine e bergamasca di adozione, docente di Lettere a Sorisole, che non a caso ha scelto per l’omaggio a Buzzati un luogo suggestivo e intriso di storia come l’antica ex chiesa di Sant’Agostino: «Un ambiente – ha detto la docente – che ricrea perfettamente l’atmosfera dello spirito buzzattiano». E per rendere onore alla figura eclettica del grande scrittore – che, ricordiamo, è stato anche giornalista, pittore, fumettista e autore teatrale – l’idea è stata quella di dar vita a una performance artistica, «un dialogo tra le arti che restituisce giustizia all’estro caleidoscopico di Buzzati».

Rosaria Di Gaetano si era recata in Veneto nello scorso giugno per approfondire il metodo della scrittura collettiva di don Milani, su cui da anni sta lavorando, e in quell’occasione ebbe modo di conoscere lo scultore Angelo Gilberto Perlotto, detto Gibo: «Rimasi incantata dalle sue opere d’arte in ferro, le quali somigliavano in tutto e per tutto al legno. Mi accorsi che quella materia nel prendere forma trasudava di vita. Fu una folgorazione. Tra le tante opere presenti nella sua bottega artistica furono cinque sedie, una giacca di ferro e una porta a liberare la mia immaginazione. Fu in quel preciso istante che mi ricordai di Buzzati, uno dei miei scrittori preferiti, che ho letto e studiato. Innanzitutto la giacca mi ha riportato immediatamente al suo racconto La Giacca stregata, a evocare la presenza di chi la abita. Nelle carèghe (sedie) di Gibo ho intravisto presenze-assenze e in particolare la poltrona da lui dipinta: seppur vuota ricostruisce tutta la pregnanza della persona amata che vi è stata seduta. Lo scultore non pensava allo scrittore mentre forgiava il ferro e le sue opere prendevano forma. Ma per me si trattava già di un’analogia quasi compiuta. Questo è stato il primo impatto».

Prosegue Di Gaetano: «Un giorno mentre associavo i testi di Buzzati ai cataloghi di Gibo, mi ricordai di Lucia Bellaspiga, la studiosa appassionata e amica di famiglia di Buzzati. L’ho cercata e quasi non riuscivo a credere che l’omaggio al grande scrittore che stavo immaginando stava prendendo forma, ma era tale il mio desiderio che tutti mi sono venuti incontro». Mancava solo la musica. Ed ecco accorrere Susanna Bertuccioli, prima arpa del Maggio Musicale Fiorentino, amica d’infanzia della professoressa: «L’ho coinvolta e lei ha accettato al volo».

Buzzati dunque venerdì “torna a Bergamo” dopo quella volta nella quale rimase tramortito davanti alla visione della nostra città così misteriosa e magica, tanto da arrivare a definirla un capolavoro. Conclude Di Gaetano: «I temi di Buzzati sono universali e sempre attuali, appartengono a ieri, fanno parte dell’oggi, ma anche del domani. La ricerca dell’assoluto e le sue domande incalzanti hanno fatto sì che io stessa cominciassi a indagare il mistero che ci sta dietro e che vive in tutte le cose che ci circondano».

E a questo punto il sogno di Di Gaetano si stava compiendo: «Sono corsa a scuola e ho rivelato l’idea alla mia preside, Rita Fumagalli, e lei non solo mi ha invogliato, ma si è anche mobilitata per cercare la sala, contattando il prof. Luca Bani, docente dell’Università di Bergamo». La lettura dei brani di Buzzati sarà accompagnata dalle note dell’arpa, dalle cappelle laterali usciranno le sculture di Gibo, mentre sul maxischermo scorreranno le fotografie di Piero Rasìa.

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