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"Luoghi del cuore" del Fai: più di 4mila voti alla motonave "La Capitanio" di Lovere

Nella classifica dei dieci più votati in Lombardia, tre sono bergamaschi. Oltre alla barca, la chiesa di Martinengo e il museo di Pradalunga

"Luoghi del cuore" del Fai: più di 4mila voti alla motonave "La Capitanio" di Lovere
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Tra i primi dieci "Luoghi del cuore" del Fai più votati in Lombardia, ben tre sono bergamaschi e nessun'altra provincia lombarda registra una presenza così alta nei primi posti della classifica regionale (due Como, uno Varese, uno Lecco, uno Brescia).

Record di voti

Questa edizione de "I Luoghi del cuore", censimento proposto dal Fai per valorizzare e far conoscere le bellezze di tutta Italia, si sta rivelando tra le più partecipate, con un record di 450 mila voti a soli due mesi dall'apertura dell'iniziativa. Al primissimo posto in tutta Italia, il podio provvisorio dei luoghi più votati ci sono la Scuola militare Nunziatella a Napoli. Nessun "Luogo del cuore" della Lombardia si trova nella classifica assoluta. 

Più di quattromila voti alla motonave di Lovere

Restano comunque tanti i voti dati al Traghetto di Leonardo di Imbersago (Lecco), al primo posto nella nostra regione con quasi cinquemila voti, subito seguito dalla motonave "La Capitanio" di Lovere che supera di poco i quattromila. Per quanto riguarda i beni bergamaschi, si aggiudica il quinto posto la Chiesa e Convento di Maria Incoronata a Martinengo  e il decimo Cuore di roccia, il museo delle pietre coti e dei coderòcc a Pradalunga.

Qui la classifica dei beni lombardi che hanno ricevuto più di mille voti per esteso.

La motonave a Lovere

Motonave La Capitanio 1926, Lovere (BG)

Nel 2023, l'Associazione “La Capitanio”, che sostiene la candidatura della Motonave al censimento Fai "I Luoghi del Cuore", ha avviato un intenso lavoro di manutenzione, con più di settecento ore di volontariato e l'aiuto di professionisti, per celebrare al meglio il suo centenario e continuare a far navigare questo storico veicolo.

L'obiettivo è anche quello di formare Il Museo "La Capitanio 1926", che raggiungerà tutti i sedici Comuni del Sebino.

Chiesa e Convento di Maria incoronata a Martinengo

Chiesa e convento di Maria Incoronata, Martinengo

Costruito attorno al 1475 per volere del condottiero Bartolomeo Colleoni e della moglie Tisbe per i Frati Minori, il convento è oggi affidato alle cure della Congregazione della Sacra Famiglia. La facciata è scandita da monofore a sesto acuto e lesene, mentre un fregio di archetti in cotto, tipici dell'architettura tardogotica lombarda, corre sottogronda lungo tutto il perimetro, interessando anche la torre campanaria. All'interno la chiesa è composta di due vaste aule, la prima riservata ai fedeli, con soffitto in legno; la seconda costituisce la chiesa conventuale vera e propria, coperta da volte a vela, che si conclude con un coro quadrato.

L'interno è riccamente affrescato: spicca il tramezzo a divisione delle due aule, con scene della Passione di Cristo realizzate probabilmente a inizio Seicento da Pietro Baschenis, appartenente a una dinastia di pittori molto arriva tra la bergamasca e il Trentino. Il complesso viene votato al censimento per renderlo più noto e valorizzato.

Museo delle Pietre Coti e dei Coderocc a Pradalunga

La pietra cote, utilizzata dai contadini per l’affilatura degli utensili da taglio, come le falci fienaie, è un oggetto umile, di uso quotidiano ma indispensabile. La sua produzione a Pradalunga è documentata negli Statuti di Bergamo del 1248 e già all'epoca le pietre coti si esportavano verso il Nord Europa. Le pietre, dalla particolare forma affusolata, venivano lavorate dopo l’estrazione dalle cave sul monte Misma sovrastante il paese, la cui roccia ha una peculiare composizione minerale che permette di affilare le lame senza rovinarle, né consumarle troppo, consentendo di allungare di molto la loro durata nel tempo.

Il Museo Laboratorio, oggi di proprietà comunale, è allestito negli ambienti della ex Ligato Fratelli, gli ultimi di una dinastia di produttori documentata già nel XV secolo. Cessata l'attività nel 2023, i locali trasformati in sede espositiva restituiscono una veritiera rappresentazione delle modalità e delle condizioni di lavoro, poiché gli ambienti, che risalgono a epoche differenti, conservano strumenti di lavoro originali e reperti storici. Il Museo viene votato non soltanto per rendere più nota questa tradizione, ma anche perché venga arricchito e valorizzato, insieme ai suoi spazi.

 

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