Festival pianistico

Non solo Matsuev, l'Ucraina chiede a Bergamo di cancellare anche Shostakovic

L'ambasciata del paese in guerra ha premuto per escludere il grande pianista e non suonare il brano del compositore. Salti mortali degli organizzatori

Non solo Matsuev, l'Ucraina chiede a Bergamo di cancellare anche Shostakovic
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di Paolo Aresi

È stato giusto dire di no al pianista russo Denis Matsuev, dirgli che non era gradito al Festival pianistico di Bergamo e Brescia dopo averlo invitato e avere insistito non poco perché partecipasse? Ed è giusto sostituire un brano di Shostakovic perché ritenuto - dagli ucraini - troppo nazionalista nel senso russo?

Di queste vicende abbiamo cercato di capire un po’ di più. Anche perché Matsuev insieme a Grigorij Sokolov è considerato tra i dieci migliori pianisti del mondo: per averlo bisogna “prenotarlo” tre anni prima, ammesso che accetti.

Nel mondo della musica sono cose frequenti: quando i Berliner Philarmoniker vennero a Bergamo nel 2003, il nostro Festival era in coda da sette anni. Matsuev (che, per la verità, a Bergamo era già venuto nel 2003 e nel 2007) aveva accettato di partecipare al nostro Festival pianistico perché il direttore artistico, Pier Carlo Orizio, nel 2021 andò al Festival di Lucerna in modo da incontrare personalmente Matsuev e convincerlo ad accettare l’invito.

Quando il pianista accettò, la fondazione del Festival stappò una bottiglia. Musicisti come Matsuev e Sokolov con la loro partecipazione sono in grado di fare salire una manifestazione dalla serie B alla serie A, dalla Coppa Uefa alla Champions.

Ma quando accettò l’invito, era il 2021 e nessuno immaginava la guerra. Che invece è arrivata un anno fa: l’accusa dice che Matsuev ha appoggiato l’invasione dell’Ucraina ed è amico di Putin. La difesa afferma che la cultura deve costruire ponti e che l’arte non deve venire censurata, anzi, usata per mandare magari un messaggio, un invito alla pace proprio a Putin. (...)

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