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“The Mandalorian”, il taglio in stile western è in affanno

La serie concepita da Jon Favreau è vincente perché vive di dinamiche semplici e concrete. Ma non è tutto oro... Benissimo i duelli e le sparatorie, ma serve un rinnovamento, una scintilla di magia che solo Grogu può dare

“The Mandalorian”, il taglio in stile western è in affanno
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di Fabio Busi

“The Mandalorian” è l'esatto contrario della terza trilogia di Star Wars: per questo funziona. È un western pieno di cinismo e ironia, azione asciutta, senza spiritualismi di troppo. Un protagonista monolitico e misterioso, celato dietro un casco di metallo scintillante, ma con una voce profondamente umana, capace di mostrare empatia. Un carattere da cowboy dello spazio, sarcastico, ma che dietro al “ghigno” cela un passato doloroso e un'interiorità sfumata. Capace di sorprendere.

Il mistero e la sfera dei sentimenti sono legati alla creatura, quel Grogu che è perfetto contrappunto al disincanto di Mando. Anzi, è la chiave che tra tanti sgherri e sparatorie riaccende la spia dell'umanità nel cuore “pietrificato” del cacciatore di taglie. Tante avventure, per quanto gustose e variegate, non avrebbero senso se non ci fosse quel qualcosa di più, quel senso di scoperta e ricerca che la creatura impone al guerriero.

Una struttura a episodi ben concepita, dove le singole storie, dal respiro breve, si innestano in uno scenario che riesce, quasi miracolosamente, a ritrovare il gusto di ciò che è ignoto e nuovo in un franchise che altrimenti si mostra spesso troppo devoto a quanto già detto, a quanto già stabilito dall'universo lucasiano.

Niente supercazzole sulla forza o lungaggini narrative, la serie concepita da Jon Favreau è vincente perché vive di dinamiche semplici e concrete, gustosa azione e cesure nette. Non c'è un minuto in eccesso, e in questo incipit della terza stagione, a tre anni dalla precedente, a notarsi è soprattutto la brevità. Giusto un antipasto, ma è chiaro che ormai il taglio action non basti più.

Anzi, se vogliamo in questa prima mezz'ora la scansione “western” si mostra già un po' manieristica e pigra, per essere un esordio stagionale. È ovvio che alla lunga sia necessario variare, dire qualcosa di più, e l'accoglienza tiepida della serie sorella “The Book of Boba Fett” va a sostegno di questa tesi. Benissimo i duelli e le sparatorie, ma serve un rinnovamento, una scintilla di magia che solo Grogu può dare.

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