A Gandino, come in un film

Un ex voto come mappa: risplende l'antico tesoro dell'abside di Santa Croce

Oltre due secoli fa alcuni fedeli scamparono ad un fulmine in chiesa. Ora il dipinto commissionato per ringraziare la Madonna del Carmine è riferimento prezioso per i restauri dell'abside. A luglio 2023 l'inaugurazione.

Un ex voto come mappa: risplende l'antico tesoro dell'abside di Santa Croce
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di Giambattista Gherardi

Un restauro importante e articolato, reso possibile dall’impegno di un’intera comunità e da un’incredibile “fotografia” che risale a quasi centinaia di anni fa. Sono stati avviati sin dall’estate 2022 i lavori di restauro nella chiesa di S. Croce e S. Alessandro a Gandino. Fu consacrata da Polidoro Foscari, vescovo di Bergamo, nel 1446 ed è l’edificio di culto più antico esistente in paese dopo la Basilica. L’intervento riguarda il complesso absidale della chiesa e dovrebbe essere completato all’inizio del prossimo luglio, quando si celebrerà la solennità della Madonna del Carmine, cui è dedicata anche la Confraternita che coordina i lavori di concerto con la parrocchia di Santa Maria Assunta, retta dal parroco don Ferruccio Garghentini.

Una veduta d'assieme dell'abside di Santa Croce a Gandino, prima dei restauri

“L’intervento - spiega il priore Silvio Tomasini - è rivolto a tutte le superfici murali, pittoriche e decorative del presbiterio. L’obiettivo è giungere al recupero di tutte le superfici murarie, degli affreschi, dei dipinti, degli stucchi, delle dorature, dell’ancona marmorea (del 1761 di Carlo Signori) e ancora della pala dell’altare maggiore e del gruppo statuario della Pietà (pure del Signori), conservato nella nicchia retrostante alla Pala, utile alle “scoperte” votive un tempo molto richieste”.

Proprio la devozione popolare è elemento centrale dell’intervento, poiché per indirizzare il lavoro dell’equipe di restauro della ditta Bonomi Restauri di Pradalunga è risultato prezioso un dipinto risalente a più di due secoli fa. “Si tratta di un dipinto - spiega Tomasini - tuttora conservato in sacrestia, commissionato da alcuni fedeli che scampati ad un fulmine scaricatosi in chiesa durante una celebrazione. Un fatto che sicuramente aveva molto colpito la comunità e che nacque di conseguenza quale ex voto alla Madonna del Carmine. A rendere preziosissimo questo dipinto non è tanto il valore pittorico o artistico, quanto il fatto che esso immortala, giusto dire “fotografa”, la chiesa nel suo allestimento di allora, con altari e affreschi che poi nel tempo sono profondamente mutati. Una “mappa” che si è rivelata davvero molto utile”.

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Cantiere di restauro
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L’intera area absidale oggetto del restauro era caratterizzata da uno stato di avanzato degrado dovuto, oltre che al passare del tempo, a infiltrazioni d’acqua (precedenti alla riparazione del tetto effettuata negli ultimi anni), a fenomeni di ossidazione, distacco e anche a interventi non coerenti effettuati in passato. “E’ un cantiere di straordinario interesse – aggiunge Tomasini - dove lacerti di affreschi quattro/cinquecenteschi dialogano con gli stucchi di Giovan Maria Sciolli del 1763, con dipinti e decorazioni del 1764 di Francesco Colombi, seguiti da quelli del 1896 di Luigi Morgari e poi ritoccati dal gandinese Michele Frana. Questa complessa stratificazione di interventi implica anche una peculiare attenzione nella scelta delle metodiche di recupero che non può prediligere una stagione decorativa ad un’altra oppure il gusto di un certo periodo in favore di quello successivo. Per questo la complessità del recupero passa anche per la salvaguardia di tutte le fasi storiche per restituire alla nostra vista questa porzione di una chiesa. L’eleganza degli stucchi, l’abbondanza delle dorature, la complessità delle iconografie e la ricchezza dei materiali sono patrimonio di devozione oltre che di arte; per questo la loro salvaguardia non è soltanto una operazione di recupero ma anche un gesto di fede e di legame con coloro che ci hanno preceduti oltre che con coloro che potranno continuare a godere di questa bellezza in futuro”.

La progettazione dell’intervento ha richiesto un lungo iter di autorizzazioni, con Parrocchia, Confraternita, Bonomi Restauri e Soprintendenze competenti, che hanno lavorato in sinergia, con la direzione lavori affidata all’arch. Massimo Moro. “Alcuni confratelli del Carmine – sottolinea Tomasini - hanno promosso il nolo e il montaggio gratuiti dell’imponente ponteggio necessario ai lavori, mentre in chiesa l’altare è stata allestito presso la statua della madonna del Carmine, onde consentire comunque le celebrazioni”.
Per sostenere un così impegnativo progetto, al generoso impegno economico della Confraternita, che lo ha promosso, si è unito il contributo di benefattori che hanno preferito restare anonimi, nonché importanti istituzioni come Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione Creberg. Nel periodo natalizio a sostenere i restauri (che comporteranno spese per decine di migliaia di euro) è il arrivato il progetto congiunto di Atalanta Club Val Gandino, Pro Loco e Gruppo Alpini. Sono stati organizzati (grazie al sostegno del Comune e alla direzione artistica di Gigi Bresciani) un concerto gospel in Basilica con gli statunitensi Joyful Gospel Singers e la successiva “Tenda della Solidarietà” nelle piazze di Gandino, Barzizza e Cirano. Complessivamente sono stati raccolti 4.500 euro che saranno destinati, nello specifico, al restauro della Pala dell’altare maggiore. Un segno concreto di vicinanza e affetto, per un gioiello gandinese che presto tornerà a splendere.

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