Il progetto

Un percorso per ricordare Medea Colleoni (e la sua leggenda) a 550 anni dalla morte

La figlia prediletta del condottiero riposa presso il celebre monumento per lei realizzato dallo scultore Amadeo nella cappella in Città Alta

Un percorso per ricordare Medea Colleoni (e la sua leggenda) a 550 anni dalla morte
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Il 6 marzo 1470 moriva la giovane Medea Colleoni, figlia naturale e, secondo la tradizione la prediletta, del celebre condottiero Bartolomeo Colleoni. In quella che si può definire la “leggenda bianca” di Medea due percorsi che si intrecciano indissolubilmente.

Per primo quello storico-artistico: l’anziano Bartolomeo ingaggia il giovane scultore Giovanni Antonio Amadeo per realizzare il monumento funebre di Medea, regalando a Bergamo quella che è stata definita come «la più bella delle effigi che riposano in terra lombarda». Originariamente collocato nel presbiterio della chiesa della Basella di Urgnano, nel 1842 il monumento fu traslato nella Cappella Colleoni in Città Alta.

In seconda battuta, la morte della giovane alimenta una leggenda romantica che intende svelare il volto di tenero padre del Colleoni. Si narra infatti che per la morte della figlia il condottiero versò le sue uniche lacrime e volle seppellire insieme a lei anche l’uccellino che era stato il suo compagno di giochi, per accompagnarla nell’ultimo viaggio. La stessa, inconsapevole Medea, con la sua giovinezza stroncata, viene cantata da poeti e letterati,come Gabriele D’Annunzio.

I ritrovamenti. A riaccendere oggi l’attenzione sulla figura di Medea Colleoni, sono stati importanti ritrovamenti documentari e di oggetti, portati in luce da una ricerca attenta e interdisciplinare condotta  nell’ambito del macroprogetto Coglia, ampia rete di studio e valorizzazione nata nel 2018, che riunisce istituzioni e luoghi su tutto il territorio italiano legati alla figura di Bartolomeo Colleoni e dei suoi discendenti. A questa “mappa” colleonesca si affianca ora anche l’ampio network di musei e istituzioni cittadine, tuttora in via di espansione, che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, che ha aderito al Progetto Coglia sin dalle sue origini, ha attivato intorno al tema di Medea Colleoni.

[ G.A. Amadeo, Monumento a Medea Colleoni, Cappella Colleoni ]

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Nasce da qui l’articolato percorso, espositivo e scientifico, “Io, Medea. La leggenda bianca del Rinascimento lombardo”. Il progetto, con la curatela storica di Gabriele Medolago e con il coordinamento di Barbara Mazzoleni, accompagnerà il pubblico per tutta l’estate proprio nel cuore di Bergamo Alta, tra la Cappella Colleoni e i suggestivi spazi, solitamente non accessibili, del Luogo Pio Colleoni. L’obiettivo è di incrociare scultura, pittura, documenti, tessuti, percorsi scientifici, conferenze di specialisti e narrazioni di taglio divulgativo, per “far rivivere” attorno allo splendido monumento funebre di Amadeo e alle novità emerse dalla ricerca, la storia e la leggenda di Medea Colleoni, con un affondo in un periodo della storia di Bergamo – il Quattrocento – esplorato in parte dagli studi, ma ancora poco restituito al grande pubblico.

Oltre la mostra c’è di più. Non solo una mostra, ma anche percorsi guidati, attività didattiche, incontri: “Io, Medea” tesserà trame che uniscono indissolubilmente città e territorio, grazie all’azione e alla condivisione di quelle “terre colleonesche” che della vita e delle attività del condottiero ancora oggi conservano tracce storiche, artistiche e architettoniche importanti. Il percorso aperto dalla mostra proseguirà anche in autunno per culminare con una pubblicazione scientifica curata da Progetto Coglia, che raccoglierà gli esiti di studi e ricerche sulle fonti e saggi di approfondimento dei temi sollevati dalla vicenda di Medea Colleoni.

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