«Abbiamo toccato la soglia di non ritorno»: all'aeroporto di Orio sciopereranno anche i dipendenti BGY
Non c’è stato l'accordo per la chiusura dello stato di agitazione tra sindacati e società: i responsabili dei servizi di terra incroceranno le braccia
Già a l'anno scorso avevano minacciato di imboccare la strada della battaglia e dello sciopero, fino a bloccare lo scalo orobico. E ora la tensione non sembra essere calata, anzi.
I lavoratori della “Bgy International Service”, l’handler più importante dell’aeroporto di Orio che arriva a contare oltre trecento dipendenti e che è proprietà di Sacbo, denunciano condizioni di lavoro tanto deteriorate da arrivare a parlare di «soglia di non ritorno». Nei giorni scorsi, Fit Cisl, Ugl Trasporti e Uil Trasporti hanno incontrato il prefetto per presentare motivazioni e modalità dell’apertura dello stato di agitazione.
«Le condizioni di lavoro stanno gettando i lavoratori, già duramente provati da una lunga e sofferta situazione, nello sconforto. Nel biennio terribile della pandemia, la consueta operatività del terzo scalo italiano è stata assicurata con abnegazione e sacrificio da parte dei lavoratori», dichiarano i sindacati, sulla base del fatto che la direzione di Bgy continua a dimostrarsi non disponibile a rivedere i contratti collettivi e aziendali attualmente in vigore.
All’incontro con il prefetto, presente anche l’azienda, i segretari generali Pasquale Salvatore (Fit Cisl), Giacomo Ricciardi (Uil Tasporti) e Ferruccio Fedeli (Ugl Trasporto Aereo) hanno concordato nel dire: «Questa vicenda ci impone di fare un serio ragionamento riguardo tutto il mondo dell’handling e del trasporto low cost. C’è sicuramente bisogno di porre un freno a logiche di mercato deregolamentato che tende sempre di più a svalutare il costo del lavoro e ad aumentare i carichi rispetto alle turnazioni. Nello specifico dello scalo bergamasco, è semplicemente assurdo e paradossale che i lavoratori di questo settore, seppur protagonisti del successo e della storia dell’aeroporto orobico, siano sempre più oberati da carichi di lavoro eccessivi. In questa situazione per noi è legittimo ambire a un miglioramento della qualità del lavoro e della contrattazione di secondo livello».
I lavoratori hanno portato Orio al decollo, ma la loro fatica non sembra essere destinata a essere ricambiata, dicono quindi i sindacati. Per quanto riguarda il capitolo organizzativo ed economico, Bgy ha rinnovato al tavolo l’impossibilità di poter sviluppare un congruo piano di investimenti che vada a incrementare risorse finanziarie in modo da poter incidere significativamente riguardo la qualità del lavoro degli operatori e gli aspetti economici riguardanti la contrattualistica aziendale. Sono stati mantenuti invece gli accordi di secondo livello. La delegazione sindacale, a tal proposito, ha voluto ricordare all’Azienda che tale «mantenimento altro non è che il risultato, sofferto, di una precedente vertenza (2021) e le relative azioni di lotta da parte dei lavoratori, e non un atto spontaneo da parte datoriale».
Non ci sarà quindi nessun accordo per la chiusura positiva dello stato di agitazione e, come riportano tutte le sigle sindacali, «pur lasciando aperto il dialogo, in attesa di ogni elemento che possa soddisfare le legittime rivendicazioni dei lavoratori, ci stiamo già organizzando per la dichiarazione di sciopero».