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Agroalimentare in ripresa: Bergamo seconda in regione per esportazione, aumentano le assunzioni

La nostra provincia rappresenta il 12,6 per cento delle esportazioni, meno imprese ma più posti di lavoro

Agroalimentare in ripresa: Bergamo seconda in regione per esportazione, aumentano le assunzioni
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L’agroalimentare lombardo è in ripresa, con un leggero miglioramento rispetto al primo trimestre: a dirlo è lo studio di Unioncamere e Regione sul secondo semestre 2022, che evidenzia anche come i migliori risultati siano quelli del comparto vitinicolo e lattiero-caseario. Il recupero però è ostacolato da due principali problemi: la spinta inflazionistica, che ha determinato la diminuzione delle vendite, e la siccità, la quale ha causato la riduzione dell’offerta, spingendo i prezzi ancora più in alto. In questo quadro, Bergamo mantiene dei buoni numeri, pur con una serie di difficoltà legate al periodo impegnativo dal punto di vista economico ed internazionale.

Bergamo seconda provincia esportatrice in Regione

Per quanto riguarda l’agro-alimentare a Bergamo, la situazione si capisce dai numeri delle esportazioni, la produzione lattiero-casearia, la demografia di impresa e l’occupazione. Fattori che preoccupano un settore che proprio nell’esportazione ha portato a casa ben 1.221 milioni di euro nell’anno 2022, ovvero il 6 per cento di quelle complessive, rimaste stabili negli ultimi quattro anni. Confrontando il dato provinciale con quello della Lombardia, Bergamo rappresenta infatti circa il 12,6 per cento delle esportazioni agroalimentari regionali, confermandosi la seconda provincia esportatrice agroalimentare dopo Milano, che da sola vale quasi il 30 per cento del valore esportato dalla regione. A seguire si trovano Mantova e Cremona, poi Brescia.

agroalimentare esportazioni estero
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agroalimentare export
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L’andamento per settore

L’anno scorso la nostra provincia ha registrato un aumento delle esportazioni agroalimentari pari a +11,5 per cento rispetto al 2021: un risultato determinato dalla spiccata crescita dell’industria alimentare e delle bevande (+13,2 per cento) che ha compensato il lieve calo registrato dal settore primario (-0,9 per cento). L’industria delle bevande è aumentata nel suo complesso del +17,4 per cento. Il settore primario, infine, ha avuto una variazione lievemente negativa.

Ciò a seguito del calo dei prodotti delle colture agricole non permanenti (-0,6 per cento), che rappresentano l’82 per cento delle esportazioni del comparto, e dei prodotti della silvicoltura (-50,5 per cento) e della pesca e dell’acquacoltura (-19,5 per cento), che pur registrando le contrazioni maggiori rappresentano complessivamente solo il 3 per cento delle esportazioni del settore primario.

I dati sulla produzione lattiero-casearia indicano un miglioramento degli allevamenti bergamaschi, seppure più contenuto rispetto allo scorso semestre. Le consegne di latte tra gennaio e novembre 2022 sono cresciute del +1,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, variazione allineata a quella lombarda e di gran lunga superiore al valore nazionale.

Maggiori esportazioni verso gli Stati Uniti

Rispetto alla destinazione, circa il 67 per cento dell’export agroalimentare bergamasco si dirige verso gli Stati Uniti, che hanno la quota maggiore (16,8 per cento), Francia (12,5 per cento), Paesi Bassi (9,1 per cento) e Germania (8,7 per cento). A seguire Regno Unito, Svizzera, Spagna, Belgio, Austria e Polonia.

Imprese in calo, ma crescono le assunzioni

Per quanto riguarda la demografia d’impresa, al 31 dicembre 2022 le imprese bergamasche attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca erano 4.902, ovvero 20 in meno rispetto all’anno precedente. Nel settore primario le imprese che hanno effettuato almeno un’assunzione sono cresciute del +4,4 per cento rispetto al 2019, anno di confronto esente dalle dinamiche legate al Covid. Nel 2022 le assunzioni dipendenti nel settore primario sono state 4.380, mentre le cessazioni sono state 4.262, riportando un saldo pari a +118 posizioni.

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