Al Kilometro Rosso preferiscono avere i futuri ingegneri, mica i futuri operai
L’ipotesi su cui starebbero lavorando Confindustria e l’Università è portare lì Ingegneria e mandare a Dalmine gli Its bergamaschi

di Wainer Preda
I beninformati dicono che la presidente degli industriali, Giovanna Ricuperati, ci tenga molto. Per una questione organizzativa. Ma anche per lasciare un segno del suo passaggio che non siano le brutte sconfitte in Camera di commercio. Ebbene, Confindustria Bergamo starebbe pensando a un’intesa con l’Università per trasferire il campus di Ingegneria al Kilometro Rosso.
Non è la prima volta che se ne parla. Qualche anno fa il rettore Sergio Cavalieri aveva fatto un pensierino all’iLab Italcementi. Voleva portare laggiù buona parte di Ingegneria, spostandola dall’attuale sede di Dalmine. Non se n’è fatto nulla. Neanche nel 2023, quando l’ipotesi, caldeggiata dal direttore di Confindustria Paolo Piantoni, puntava all’ex Reggiani.
L’Università dunque ha proseguito con le sedi “diffuse”, anche se non ha mai fatto mistero di aspirare a un campus in stile anglosassone. Di qui il nuovo assist di Ricuperati: trasferire Ingegneria al Kilometro Rosso, a stretto contatto con la sede di Confindustria. Lo spazio abbonda. Servirebbero 60 milioni, ma vuoi mettere i vantaggi, le sinergie, “l’ecosistema integrato” ricerca, industria e formazione?
Piccolo problema: a Dalmine cosa mettiamo? Ecco la pensata: gli Its. Gli Istituti tecnologici superiori. Scuole biennali di specializzazione (post diploma) che collegano scuola e lavoro. Al che, sorge spontanea una domanda: ma non era meglio metterli al Kilometro Rosso, lasciando Ingegneria dov’è?
Era stata Confindustria stessa a premere su governi e Regioni perché creassero gli Its. Gli industriali poi hanno dato vita, sempre al Kilometro Rosso, all’Its Meccatronica Academy con tre indirizzi «altamente specializzati: industriale, dei trasporti e biomedicale». E Ricuperati aveva aggiunto che da noi «servono trentamila tecnici subito» (...)