Alla Camera di Commercio di Bergamo si è parlato del futuro del commercio urbano
L'assessore lombardo Guidesi e i rappresentanti di Confcommercio, Federdistribuzione e Confesercenti in un faccia a faccia sul domani delle attività
di Clara Scarpellini
La mattina di oggi (giovedì 5 ottobre) è stato discusso, alla Camera di Commercio di Bergamo, il futuro del commercio urbano territoriale. La nostra città è stata selezionata, insieme a Brescia, Monza, Lodi e Milano, per un percorso di condivisione tra le associazioni di categoria e le Istituzioni pubbliche orientato al sostegno e alla valorizzazione del tessuto produttivo ed economico lombardo.
Il roadshow, voluto dall’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, e organizzato in collaborazione con il Gruppo 24Ore, nasce proprio con l’intento di raccontare il "sistema Lombardia" affrontando delle tematiche relative ai principali settori dell’imprenditoria, coinvolgendo i rappresentanti dell’industria, degli artigiani, dei commercianti, delle cooperative e del credito in base alle peculiarità del territorio che ospita l’evento. Al convegno di oggi (seconda tappa del percorso) hanno presenziato, oltre allo stesso Guidesi, il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia Carlo Massoletti, il presidente di Federdistribuzione Carlo Alberto Buttarelli e il presidente di Confesercenti Lombardia Gianni Rebecchi.
Lombardia forte? Intervenire oggi per primeggiare nel 2050
L’Assessorato Regionale ha iniziato a ragionare sulla Lombardia in un’ottica a medio-lungo termine, cioè guardando il futuro che vedrà coinvolto il sistema produttivo ed economico lombardo nel 2050. La questione intavolata al convegno è una: cosa fare perché nel 2050 possa essere la Lombardia, attraverso l’innovazione, nuovi strumenti e nuove norme, a primeggiare ancora nei singoli settori e, allo stesso tempo, essere in grado di garantire opportunità di lavoro alle nuove generazioni di commercianti?
A oggi, la nostra regione è considerata il grande motore economico dell’Italia. La Lombardia, infatti, rappresenta oltre un quarto delle esportazioni e registra un terzo dei brevetti italiani. Tuttavia, come ha spiegato Rebecchi, negli ultimi tempi sono stati affrontati degli shock profondi, come il periodo Covid seguito dalla guerra in Ucraina, che hanno scatenato un aumento dei costi di gestione anche nelle piccole imprese, ai quali si sono agganciati l’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione. Inoltre, dai dati emerge che il cinquanta per cento delle imprese commerciali lombarde hanno più di trent’anni e solo il cinque per cento delle imprese sul territorio ha meno di cinque anni. Questo aspetto sottolinea un fatto allarmante: manca un ricambio generazionale. Per coinvolgere le nuove generazioni, sia di imprenditori che di consumatori, si deve andare maggiormente incontro ai temi della sostenibilità, incentivando e valorizzando il commercio urbano territoriale.
Commercio urbano territoriale: tra sostenibilità e sinergia
Il commercio urbano territoriale può portare valore, locale e regionale, attraverso la collaborazione tra le grandi distribuzioni e i negozi di prossimità. Come ha spiegato Buttarelli, oggi le grandi catene di distribuzione si sono già attivate per realizzare questa sinergia, insediandosi nei contesti urbani con dei format ridimensionati e permettendo agli imprenditori locali di mantenere una continuità della loro attività. Incentivare questo tipo di commercio significa creare l’ambiente ideale per compiere la propria attività e fronteggiare i “nemici” della piccola imprenditorialità, come gli insediamenti pervasivi delle multinazionali e lo squilibrio concorrenziale tra imprese fisiche ed e-commerce.
La chiave del successo di questa prospettiva è riuscire a identificare la peculiarità commerciali di ogni singolo territorio, su cui poi applicare una strategia sistemica, anche di comunicazione e attrattività, che sarà successivamente in grado di coinvolgere automaticamente una serie di servizi e indotti nel circondario. Tutti questi aspetti sono poi legati al raggiungimento di una sostenibilità attraverso delle scelte urbanistiche, per esempio, rispetto alle tematiche di rigenerazione urbana, come il recupero di strutture commerciali già esistenti piuttosto che la creazione di nuovi insediamenti.
Lo scopo finale è quello di portare alla crescita dell’imprenditorialità locale creando maggiori opportunità di lavoro che siano conformi alle nuove generazioni, sempre più attente alla sostenibilità delle piccole realtà.