Boom di nuove imprese nel terziario in Bergamasca: i dati dei primi sei mesi del 2025
Crescita record di natalità e cessazioni con saldo positivo di 870 unità, specialmente nei settori del commercio, turismo e servizi

Per ogni impresa che chiude, ce n'è una che apre. Anzi, più di una: nel primo semestre del 2025, secondo la panoramica elaborata da Confcommercio Bergamo sui dati della Camera di Commercio, si registra un saldo positivo di 870 imprese con una crescita marcata sia nell'apertura che nella cessazione e un turnover significativamente amplificato nei settori del commercio, turismo e servizi.
In città i negozi di vicinato stanno perdendo vetrine
Nel periodo gennaio-giugno 2025, sono nate 2.007 imprese (del commercio, turismo e servizi), a fronte di 1.137 cessazioni, generando un saldo positivo di 870 imprese. Considerando che il primo semestre è tradizionalmente più prolifico per le nuove aperture, mentre il secondo è generalmente caratterizzato da maggiori cessazioni, questi numeri proiettano il 2025 verso un potenziale record sia per aperture che per chiusure attese nel settore terziario. Una tendenza già emersa nella seconda metà del 2024.
«I numeri del terziario bergamasco restano complessivamente positivi da un punto di vista quantitativo - dichiara Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo -. Tuttavia, emergono due criticità fondamentali: l'elevato turnover di aperture e chiusure, raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemico, evidenzia crescenti difficoltà di posizionamento a lungo termine sul mercato per le nuove imprese. Il secondo elemento di debolezza è la crescente apertura di imprese senza sede effettiva, con i negozi di vicinato che stanno perdendo vetrine nei centri storici. Una crescente difficoltà che sta investendo anche i pubblici esercizi, un tempo settore di grande dinamicità, oggi caratterizzato da numeri in diminuzione e difficoltà di ricambio generazionale».
È la città di Bergamo a segnare in maniera decisiva il cambiamento delle tendenze in atto nel terziario. A fronte di un saldo fortemente positivo del numero delle imprese (+217) si registra una crescita dei servizi a scapito di negozi e pubblici esercizi, sottolinea Fusini.
In particolare, per quanto riguarda le imprese turistiche, di fronte a un saldo di aperture e chiusure stabile (47 aperture e 47 chiusure) nei primi sei mesi dell’anno, sono 24 le chiusure dei ristoranti ( con 13 aperture per un saldo negativo a -11) e 19 dei bar (con 6 aperture nel semestre per un -13 complessivo). Si registrano anche 2 chiusure di agenzie viaggi. I negozi perdono vetrine: -2 nell’abbigliamento, -3 orologerie e gioiellerie, - 2 colorifici e ferramenta e -3 mobilifici. Anche il settore alimentare è in difficoltà, con 3 sole nuove attività di cui 2 etniche, a fronte di 10 chiusure.
Uno sguardo ai dati del primo semestre del 2025
La composizione delle nuove imprese evidenzia la persistente preferenza per le forme giuridiche più snelle: oltre la metà delle nuove aperture (50,5 per cento) sono ditte individuali, mentre le società di capitali raggiungono il 40,4 per cento.
La città di Bergamo mantiene la leadership come polo di attrazione per le nuove imprese, concentrando il 23,6 per cento delle nuove aperture con un saldo di 217 imprese. Tuttavia, la pianura occidentale si conferma area di forte dinamicità imprenditoriale, registrando il 22,4 per cento delle aperture con un saldo di +196 imprese.
L'hinterland cittadino si conferma territorio prolifico con il 20,3 per cento delle nuove aperture e un saldo di 205 imprese, mentre le aree montane mostrano numeri più contenuti. Particolare criticità emerge per la Valle Brembana, incluse Imagna e Brembilla, che pur mantenendo saldi positivi, rappresenta l'area di minore dinamicità con solo il 4,3 per cento delle aperture e +22 imprese.
I servizi guidano la crescita con un saldo di +377 imprese, mentre si registrano criticità nel commercio non alimentare (-123 imprese), nel commercio ambulante (-66 imprese) e nelle imprese turistiche, inclusi bar e ristoranti (-34 imprese).
Mantengono posizioni stabili i professionisti (+36) e il commercio alimentare (+23), quest'ultimo però caratterizzato da una scarsa natalità di nuovi negozi tradizionali a favore di attività etniche e del commercio all'ingrosso.
Nel primo semestre 2024 il saldo complessivo era negativo: -36 imprese (633 aperture e 669 chiusure), con 119 aperture e 105 chiusure in città (+14). Nel I semestre del 2023 il saldo era positivo con 306 imprese (863 nate e 557 cessate), con in particolare 162 aperture in città e 82 chiusure (+80).