Chi sono quelli di Bper Banca, che stanno per arrivare a Bergamo (addio Ubi Banca)
Nata a Modena nel 1867, due anni prima della nostra vecchia Popolare, sta per diventare l'istituto di credito più diffuso in città e provincia. Una crescita costante. Tutto cominciò dalla Società operaia di Mutuo soccorso
Quello che colpisce di Bper Banca (nata come Banca Popolare di Modena) è la somiglianza della sua storia con quella della Banca Popolare di Bergamo, come l’humus dal quale si è sviluppata sia simile a quello del vecchio istituto di credito bergamasco. La data di nascita è pressoché la stessa: 1867 la banca emiliana, 1869 la nostra. Identica la modalità: istituti nati secondo la logica mutualistica, dal basso, mediante una pubblica sottoscrizione.
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Ora Bper ha una dimensione nazionale ed è alla vigilia di una svolta storica, grazie all’accordo raggiunto con il Gruppo Intesa Sanpaolo per l’acquisizione di 620 sportelli e dopo la decisione dell’Antitrust che ha obbligato la stessa Intesa alla vendita. Si tratta soprattutto di sportelli di Ubi Banca, e quindi in gran parte della vecchia Popolare di Bergamo. In particolare, nella Bergamasca saranno ottantaquattro le nuove filiali di Bper, settantasette che appartenevano a Ubi e altre sette che erano di Intesa; a queste bisogna aggiungere i due sportelli che già Bper possedeva a Bergamo città, in via Camozzi: alla fine si tratta di ottantasei complessivi.
Una rete importante che avrà la propria sede direzionale a Bergamo in piazza Matteotti, a fianco del Comune (nel palazzo ex Intesa oggi sede di Fideuram), e che sarà divisa in tre aree: Bergamo est, ovest e centro. La guida dovrebbe essere affidata a Luca Gotti, già responsabile della macro area Bergamo di Ubi.
Da parte della banca emiliana si sottolineano le somiglianze rispetto alla tradizione bergamasca: tessuto imprenditoriale, concretezza, arte del sapere fare, attenzione al sociale. L’acquisizione degli oltre seicento sportelli rappresenta per Bper una scelta strategica. «Comunque - assicurano da Modena - i concetti cardine e le modalità di fare banca restano sempre gli stessi. Abbiamo mantenuto il Dna di banca popolare anche dopo la trasformazione in spa, con la stessa attenzione per le famiglie, per il tessuto imprenditoriale».
Con l’arrivo delle nuove agenzie e filiali, in Bper sono approdati anche oltre cinquemila nuovi dipendenti (esattamente 5.107, tutti proveniente dalle passate gestioni). Si stima che, con questo passo, la banca acquisirà un milione e quattrocentomila nuovi clienti, accingendosi a diventare il terzo gruppo bancario italiano per numero di sportelli (complessivamente circa mille e novecento per un totale di circa quattro milioni di clienti).
Ha sottolineato più volte Pietro Ferrari, presidente di Bper: «Il nostro gruppo ha conosciuto uno sviluppo significativo partendo sempre dalla relazione con i territori e dai legami stretti con famiglie, imprese e istituzioni». L’amministratore delegato, Alessandro Vandelli, ha affermato: «Siamo cresciuti con una logica che non è mai stata solo di “bandiera”. La nostra storia, piuttosto, è fatta di aggregazioni successive. Dove siamo presenti, abbiamo sempre costruito una rete importante di filiali, per instaurare relazioni». E l’amministratore delegato non si stanca di sottolineare il rapporto con il mondo economico reale. Ha detto: «Il nostro sviluppo è stato possibile perché abbiamo avuto a che fare con un’imprenditoria dinamica e proiettata verso la crescita: l’unico modo per reggere il passo era crescere a nostra volta, seguendo le imprese nei processi di internazionalizzazione e affiancandole non solo nelle esigenze ordinarie, ma anche in quelle straordinarie».
La migrazione
Al passaggio di testimone fra Ubi-Intesa e Bper manca meno di un mese. Lo switch, come si dice in gergo, o la migrazione, avverrà nel weekend del 20-21 febbraio. Inevitabilmente ci saranno alcune interruzioni di servizio per la clientela Ubi, che tuttavia saranno risolte nello stesso fine settimana. E nel frattempo sono già state adottate misure per ridurre eventuali difficoltà a cui i clienti andranno incontro.
I bancomat - Gli Atm (punti di prelievo contante da una carta di pagamento) non saranno operativi da giovedì 18 febbraio alla mattina di lunedì 22 febbraio 2021. I clienti potranno prelevare gratuitamente presso gli sportelli delle altre banche e da lunedì 22 febbraio sarà possibile visionare il saldo e i movimenti della carta di debito senza problemi.
Home banking - Nei giorni 20 e 21 febbraio i canali digitali non saranno accessibili. Sono infatti previsti momenti di blocco necessari a consentire il passaggio dei rapporti da Ubi a Bper Banca. Da 22 febbraio, e nelle giornate seguenti, sarà possibile attivare i servizi digitali di Bper attraverso il link di accesso che sarà in evidenza sul sito bper.it. Sullo stesso sito sono state predisposte, in una sezione dedicata, domande e risposte utili con istruzioni e infografiche che mostrano i passaggi per completare la nuova attivazione. Inoltre, lo storico delle operazioni - come ad esempio i bonifici o i pagamenti - sarà visibile anche nel nuovo internet banking di Bper Banca.
I Pos e le nuove insegne - Non ci sarà invece nessuna interruzione per i clienti che utilizzano il Pos. Nel weekend di migrazione inizierà inoltre l’installazione delle nuove insegne, per accogliere al meglio i clienti già il 22 febbraio all’apertura delle filiali.
La storia
Le radici di Bper si rintracciano oltre un secolo e mezzo fa, nel 1867, quando, in forma cooperativa, nacque la “Banca Popolare di Modena”. L’iniziativa venne promossa dalla Società operaia di mutuo soccorso della città emiliana. Mentre in Bergamasca le cooperative di credito nascevano nelle canoniche, nelle case dei parroci, in Emilia le stesse iniziative partivano nei circoli operai. Ma i valori di fondo erano i medesimi: la mutualità, la partecipazione, l’impegno collettivo per dare una mano a chi, nel mondo agricolo oppure artigianale, si impegnava per una nuova attività, per un miglioramento di quelle che esistevano già.
La Banca Popolare di Modena lavorava per soddisfare le esigenze quotidiane delle famiglie, dei piccoli e medi produttori locali; garantiva una remunerazione, un interesse al piccolo risparmio. Gli scossoni forti delle due guerre non misero in difficoltà l’istituto di credito che proseguì nella sua attività nonostante gli eventi drammatici. Si approdò così agli anni Cinquanta e al periodo del boom economico con la banca in ottima salute.
Negli anni Settanta iniziò anche nell’Emilia un movimento di aggregazione di diverse cooperative di credito, che rispondeva a un’esigenza di rafforzamento e di maggiore solidità, solidità che l’eccessiva frammentazione degli istituti poteva mettere a rischio. Nel 1984 la Popolare di Modena si unì a una banca analoga nata a Bologna nel 1882, dando vita alla Banca Popolare dell’Emilia, che nel 1992 divenne Banca Popolare dell’Emilia Romagna in seguito all’incontro con la Banca Popolare di Cesena. Erano istituti simili, banche piccole, solide, laboriose. La nuova Popolare dell’Emilia Romagna non cambiò stile, restarono i valori fondanti della Popolare di Modena: grande concretezza, conoscenza diretta dei clienti, volontà di promuovere il territorio inteso come insieme di persone, di famiglie, di imprese. Una collettività segnata da una sensibilità comune.
Negli anni Novanta si registrò un ampliamento dei confini. Venne acquisita prima la Cassa di Risparmio di Vignola, poi, nel 1995, la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona e la Banca Popolare del Materano. Nel 1997 furono acquistati il Credito Commerciale Tirreno e la Banca Popolare di Crotone. Nel 1998 e 1999 l’acquisizione della Banca del Monte di Foggia, delle Popolari del Sinni, di Castrovillari, di Aprilia, di Corigliano Calabro, di Salerno e la Cassa di Risparmio dell’Aquila. Nel 2000 è toccato alla Banca Popolare dell’Irpinia. L’anno dopo un passo molto importante: l’acquisto del Banco di Sardegna e della Banca di Sassari.
Negli ultimi anni lo sviluppo è stato notevole, anche con altre acquisizioni. Nel 2013 è stato riorganizzato l’intero gruppo bancario attraverso la fusione per incorporazione di tutte le sue banche aventi sede in Italia; nel 2015 il nuovo piano industriale ha sottolineato l’importanza del rinnovamento, anche in seguito alle nuove norme sulle banche popolari. Anche questo istituto di credito ha acquisito una nuova identità ed è diventato Bper Banca, con una caratura ormai nazionale: l’anno dopo, con l’assemblea dei soci del 26 novembre 2016, Bper da società cooperativa è diventata società per azioni, ovvero Spa.
Nel 2017 Bper ha acquisito la Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara e festeggiato i 150 anni di storia, partendo dalla fondazione della Banca Popolare di Modena. A inizio 2019 è stato approvato il nuovo piano industriale triennale, che prevede nuova espansione, digitalizzazione, nuove strategie per allargare gli orizzonti, e a fine novembre 2019 è stata completata l’incorporazione di Unipol Banca.
Poi, un anno fa l’annuncio: Bper acquisirà oltre cinquecento filiali di Ubi Banca, in seguito all’offerta pubblica di scambio di Intesa San Paolo, costretta alla vendita dopo la decisione dell’Antitrust. Alla fine, gli sportelli acquisiti da Bper sono stati 632: 330 si trovano in Lombardia, 117 nelle Marche, 37 in Piemonte, 33 in Calabria, 32 in Campania, 30 in Puglia.
Lo sbarco in Bergamasca
Insomma, Bper Banca sbarca a Bergamo considerandosi in sintonia con la mentalità bergamasca e portandosi dietro un patrimonio di conoscenze e di impegno, una realtà evoluta per quanto riguarda il fare banca, ma che tuttavia vuole restare fedele alla tradizione. Nell’immediato futuro un aspetto cruciale sarà la capacità di mantenere e rafforzare i rapporti con la clientela nelle filiali, valorizzando le risorse umane che entreranno in Bper. Ai clienti ereditati da Ubi e da Intesa sono già state inviate delle comunicazioni. Le condizioni non cambieranno, tutto quanto in vigore in precedenza è stato confermato. Qualche mutamento è invece necessario: per esempio l’Iban, che è stato inviato in questi giorni ai clienti con una lettera.