Il fenomeno

Confcommercio: i "prodotti confezionati" sono cresciuti in parallelo con la pandemia

«A Bergamo notevole aumento nel giro di due anni». Le restrizioni e la necessità di modificare le proprie abitudini ha portato molte famiglie a scegliere beni della grande distribuzione organizzata

Confcommercio: i "prodotti confezionati" sono cresciuti in parallelo con la pandemia
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Il 2020 è stato un anno che ha modificato in maniera significativa le abitudini dei cittadini: tra queste, quelle legate al consumo alimentare e dei prodotti essenziali. A renderlo noto è stata oggi, lunedì 21 marzo, Confcommercio Bergamo che, sulla base dei dati forniti dalla società di analisi dati Iri, ha evidenziato un aumento dal 2018 degli articoli del largo consumo confezionato (il cibo e altri prodotti confezionati e venduti attraverso la grande distribuzione organizzata), che nell’anno del Covid ha registrato un aumento pari al 5,6 per cento, mentre nel 2021 questa tendenza si è parzialmente attenuata.

«Tra le cose che sono cambiate in questi due anni per effetto della pandemia ci sono certamente le abitudini di consumo – ha dichiarato Carlo Mazzoleni, presidente di Confcommercio Bergamo - . Nonostante molte delle restrizioni siano ormai venute meno, non tutto è tornato come prima e forse alcuni comportamenti si fisseranno nelle abitudini. Per il 2022 l’andamento del comparto sembra più incerto: pesano le dinamiche inflative, le tensioni sui mercati energetici e delle materie prime, oltre all’insicurezza per la situazione internazionale».

A cosa sarebbe dovuto questo improvviso aumento avvenuto due anni fa? Innanzitutto, nelle prime settimane dopo lo scoppio della pandemia l’annuncio del confinamento avrebbe causato la corsa ai beni di consumo primario nei punti vendita: ecco così spiegata l’impennata dei ricavi e delle unità acquistate nei punti vendita. Nei mesi successivi, con l’alternarsi di momenti di maggiore libertà di movimento a quelli di restrizioni, lo smart-working e la necessità per le famiglie di passare gran parte della giornata insieme avrebbe dirottato le loro scelte di consumo verso la grande distribuzione. Inoltre nel 2021, sebbene le regole rispetto a isolamento e confinamento si siano dimostrate meno severe, si è avuto comunque un aumento nel settore, influenzato probabilmente dalla diffusione delle varianti.

L’aumento del consumo di beni confezionati: le cifre

Analizzando i dati complessivi del 2021, nella Bergamasca i ricavi sono cresciuti dello 0,7 per cento in valore e dello 0,3 per cento in unità rispetto al 2020, posizionandosi al di sopra della Lombardia, che ha registrato invece un calo lieve in valore e più marcato in unità. Confrontando questi dati con il 2019, esente dagli effetti della pandemia, la crescita è eccezionale: ben +6,3 per cento per i ricavi e + 3,3 per cento per le unità a Bergamo. In Lombardia gli stessi dati registrano rispettivamente +7,1 per cento per i ricavi e del +4,6 per cento per le unità.

La Camera di commercio ha poi condotto un’analisi a livello dei reparti in cui si suddivide convenzionalmente il largo consumo confezionato. La drogheria alimentare, il fresco, il freddo e la cura casa hanno registrato, in valore e in unità, un andamento simile al valore complessivo.

In particolare, la cura casa (6,0 per cento) – che include i disinfettanti, gli igienizzanti e i detergenti specifici – ha raggiunto il valore più alto in valore e unità proprio nel 2020. Le bevande (14,7 per cento), allineate alla dinamica del totale fino al 2020, sperimentano una crescita superiore sia in valore che in unità nell’ultimo anno, quando i consumi legati al tempo libero si sono spostati all’ambiente domestico. La cura persona (7,3 per cento) – reparto che comprende i prodotti di cosmesi, i dispositivi di igiene e di protezione personale – riporta una crescita dei ricavi tra il 2018 e il 2020 e un calo delle unità vendute nel 2018 e nel 2021.

Quanto alla composizione percentuale del largo consumo confezionato, nel 2021 la drogheria alimentare (33,6 per cento) è il primo reparto in termini di valore. A seguire si trovano il fresco, le bevande, gli altri reparti, la cura persona, la cura casa e il freddo. La stessa composizione si ritrova più o meno anche in Lombardia. Nell’ultimo anno sono le bevande e il fresco a trainare le vendite in valore del Largo Consumo Confezionato. La cura casa e la cura persona subiscono invece il calo maggiore. Per quanto riguarda le vendite in unità, sono sempre le bevande a riportare la variazione maggiore mentre la cura casa registra la flessione più ampia, seguita da cura persona e drogheria alimentare.

I dati del 2021 confrontati con il 2019 mostrano un quadro differente: le vendite di bevande, fresco, freddo e drogheria alimentare registrano un incremento in valore e in unità. Soltanto la cura persona e la cura casa rilevano una flessione in entrambe le dimensioni di vendita.

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