Crisi Elcograf, ricollocati quasi tutti i lavoratori lasciati a casa dopo la chiusura di Treviglio
Confronto tra direzione e sindacati lo scorso mercoledì 19 giugno per fare il punto sui 311 dipendenti di Bergamo e Madone
Un confronto tra la direzione di Elcograf e i sindacati si è tenuto mercoledì 19 giugno per avere aggiornamenti su quanto sta accadendo in azienda dopo la chiusura di gennaio dello stabilimento di Treviglio, dove lavoravano 95 persone.
Nella sede di via Zanica a Bergamo si è fatto il punto per capire cosa accadrà ai 311 lavoratori rimasti in forze nel capoluogo e a Madone.
Lavoratori quasi tutti ricollocati
«Innanzitutto - hanno spiegato Tobia Perini di Cgil, Luca Legramanti di Cisl e Bruno Locatelli di Uil - l’azienda ci ha informati che i lavoratori di Treviglio sono stati in gran parte ricollocati sui tre siti di Madone, Bergamo e Pozzo d’Adda (nel Milanese), e che dunque non sarà necessario aprire una procedura di mobilità collettiva. Per i pochi dipendenti rimasti, si provvederà con uscite volontarie, dietro incentivi economici».
Accordo per cassa integrazione straordinaria
A fine luglio, intanto, si concluderà il periodo di cassa integrazione straordinaria in corso nell’azienda e mercoledì si è quindi sottoscritto un accordo, per richiedere un ulteriore periodo di ammortizzazione straordinaria, fino a fine dicembre di quest'anno. «Attendiamo la convocazione al Ministero del Lavoro per capire se ci verranno accordati questi mesi aggiuntivi - hanno chiarito i sindacalisti -. La situazione di Elcograf resta indubbiamente critica, con carichi di lavoro molto bassi, in un settore in costante contrazione e con poche prospettive di ripresa. Nei prossimi giorni incontreremo i lavoratori in assemblea».
Già lo scorso dicembre, infatti, la preoccupazione espressa dei sindacati non era solo per chi sarebbe restato, da gennaio, senza occupazione. A sei mesi di distanza, i timori per i due siti di Madone e Bergamo restano dunque confermati.
A supporto di quanto sotto da me affermato, invito a leggere l'articolo "Il caporalato non è tra i campi" pubblicato oggi su Repubblica - MILANO.
Il ricollocamento pressoché integrale dei lavoratori di Treviglio, in una fase di mercato in grave contrazione, dimostra l’attenzione dell’azienda alla dimensione sociale del lavoro, mai venuta meno nonostante la crisi del settore rotocalco che ha di fatto azzerato l’utilizzo di tale tecnologia in tutta Europa. Elcograf, infatti, ha rifiutato da sempre le facili scorciatoie intraprese da altri stampatori che hanno gestito, e gestiscono, la contrazione degli ordini e l’abbassamento dei prezzi di vendita ricorrendo al massiccio utilizzo di cooperative sociali sotto forma di appalti endoaziendali, che spesso si riducono a escamotage per ridurre il costo del lavoro sotto la soglia dei contratti nazionali, mentre Elcograf impiega esclusivamente personale aderente al CCNL dei Grafici Editoriali. Le pratiche soprammenzionate vanno censurate per permettere una leale competizione tra aziende grafiche.
Ricollocati o no la produzione va avanti a singhiozzo. Azienda morta senza alcun business plan. La situazione va avanti così da più di 15 anni. I sindacati intanto guardano e chiedono tessere.
È strano vedere il loro sito internet. Sembra quello di una azienda nel pieno dello sviluppo e della crescita. Potere di internet...