Protesta

Dipendenti di Mediashopping senza stipendio di fronte ai cancelli di Mediaset

I lavoratori di Rti, ceduti a un'altra azienda, hanno contestato la cessione e adesso chiedono alla loro ex azienda il reintegro

Dipendenti di Mediashopping senza stipendio di fronte ai cancelli di Mediaset
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Dal 10 gennaio 2022 sono a casa, senza stipendio, in assenza giustificata, dopo che Rti ha ceduto il ramo di azienda di Mediashopping a un'altra azienda. Oggi, giovedì 20 gennaio 2022, gli ex dipendenti hanno deciso di protestare di fronte ai cancelli di Mediaset, a Cologno Monzese, per chiedere di non abbandonarli in questo momento di difficoltà.

Dipendenti senza stipendio dopo la cessione di Mediashopping

Tutto nasce quando arriva la decisione che le televendite e l’ecommerce non rientravano più nel core business di Rti S.p.a. e  a fine settembre 2020  veniva conferita alla new-co Mediashopping S.r.l. (ultimamente denominata Itavo S.r.l.) il ramo d'azienda costituito dalla divisione Mediashopping  con contestuale cessione di tutti i contratti di lavoro.

Una decisione che si era scontrata con la volontà dei dipendenti che erano fortemente contrari a questo passaggio.

Le difficoltà , la cassa integrazione e le proteste

A differenza di quanto accaduto con ottimi risultati sino al settembre 2020 e cioè sino a quando la divisione Mediashopping faceva parte di Rti, dopo soli 15 mesi dal conferimento del ramo d'azienda e Mediashopping S.r.l (oggi Itavo S.r.l.) ha accumulato ingenti debiti con decine di fornitori (banche, forza vendita, logistica, produttori di prodotti, agenzie marketing, producer esterni…), non è in grado di far fronte agli impegni contrattuali, si è avvalsa della cassa integrazione Covid-19 per i dipendenti, non paga più gli stipendi, omette il versamento dei contributi di previdenza obbligatoria, è da molti mesi inattiva, ha manifestato l'intenzione di procedere con i licenziamenti.

hanno raccontato i lavoratori. Che per sottolineare le difficoltà che stanno vivendo hanno deciso di manifestare sotto i cancelli di quella che fino al 2020 era la loro azienda, nella sede di Cologno Monzese.

Al contempo il gruppo Mediaset registra utili da record per il 2021 (605 milioni nei primi 9 mesi) e evita di dare seguito alla richiesta di ricostituzione dei nostri rapporti di lavoro. Ora si avvicinano le votazioni per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica alle quali è candidato Silvio Berlusconi che ci sembra strano non si sia mai espresso su questa incresciosa vicenda che ci vede protagonisti e coinvolge una delle aziende di cui è proprietario.

"Mediaset si faccia carico di quanto accaduto"

E’ stato desolante vedere lo spot televisivo di auguri natalizi di Mediaset che si presenta come “Una grande famiglia che si impegna ogni giorno con passione e orgoglio per tutte le famiglie italiane” mentre noi, trattati come merce, non siamo più in grado di pagare le rate del mutuo, ci umiliamo chiedendo aiuto economico ai nostri famigliari e non siamo più in grado di garantire un futuro dignitoso ai nostri figli.

hanno proseguito i dipendenti

Siamo stati immolati senza alcun comprensibile motivo pur avendo per tanti anni lavorato, noi sì con orgoglio e passione, e contribuito alle fortune ed al successo di chi invece non ha mostrato alcun interesse per noi e per le nostre famiglie e ci ha letteralmente scaricati ad un imprenditore con un lungo curriculum di fallimenti. Ci auguriamo che possiate dare evidenza a questa situazione nella speranza che Mediaset, al di là di ogni altra questione e delle formali prese di posizione, comprenda e si faccia carico anche della responsabilità morale che ha nei nostri confronti per quanto è accaduto e sta accadendo evitando di condurci al baratro che per ciascuno di noi è ad un passo.

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