Situazione senza precedenti

Emergenza bollette, i centri sportivi bergamaschi in crisi: l'1 novembre sciopero collettivo

Il 27 settembre numerose realtà del territorio si sono riunite per trovare soluzioni comuni. «Rincari ormai insostenibili»

Emergenza bollette, i centri sportivi bergamaschi in crisi: l'1 novembre sciopero collettivo
Pubblicato:

Tra le realtà che stanno pagando il prezzo più alto (letteralmente) dei rincari delle bollette degli ultimi mesi ci sono i centri sportivi, che dopo aver dovuto subire nei due anni più duri della pandemia (2020 e 2021) i contraccolpi delle misure anti-Covid, ora si trovano davanti a una nuova emergenza rappresentata dagli aumenti delle utenze, «diventate assolutamente insostenibili dopo essersi più che quadruplicate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno».

Per questo motivo, lo scorso 27 settembre i rappresentanti di numerosi centri sportivi della Bergamasca si sono riuniti virtualmente per affrontare la questione e organizzare azioni in grado di far sentire forte e chiaro la loro voce alle Istituzioni. All'incontro hanno partecipato i gestori di Albano, Mozzo, Telgate, Chiuduno, Grumello del Monte, Carobbio, Gorle, Cisano Bergamasco, Sotto il Monte, Azzano, Comun Nuovo, Pedrengo, ma in questi giorni molti altri responsabili di centri sportivi del territorio si stanno unendo.

Lo sciopero dell'1 novembre

I gestori sottolineano come anche un ritocco verso l'alto delle tariffe ai clienti servirebbe a poco. Innanzitutto perché comunque non basterebbe a coprire gli aumenti subiti, e poi perché questo aumento potrebbe essere applicato solamente alla clientela privata e non anche «alle società in convenzione comunale che utilizzano campi, palestre e strutture dei centri sportivi, il più delle volte gratuitamente o a prezzi simbolici convenzionati».

Nel corso della riunione sono state prese decisioni importanti. In primis, quella di indire uno sciopero generale del settore per l'1 novembre, proposta a cui ha aderito anche l'organizzazione Bergamo Tornei per solidarietà verso i centri sportivi. Parallelamente, nelle prossime settimane il riscaldamento verrà ridotto al minimo, così come le illuminazioni di determinate aree e l’utilizzo di apparecchiature elettroniche non essenziali. Sul tavolo è stata anche avanzata la proposta di chiudere per una quindicina di giorni durante il periodo invernale, ma le date dell'ipotetica chiusura non sono ancora state fissate.

Rivedere gli accordi coi Comuni

I gestori dei centri sportivi bergamaschi, inoltre, si recheranno presto in Regione Lombardia per far sentire la propria voce e cercare una soluzione comune. È già stato chiesto un incontro con l’assessore regionale allo Sport Antonio Rossi, il quale avrebbe manifestato la propria disponibilità a incontrare queste realtà.

Un nodo importante da sciogliere, però, è quello relativo alle concessioni comunali: i centri sportivi stanno cercando di capire se e come modificare le agevolazioni e il prezziario convenzionato, «perché i tempi sono completamente cambiati e di conseguenza le entrate/uscite vanno assolutamente riviste in tempi strettissimi per non veder chiudere uno dopo l’altro tutti i centri sportivi. Sarebbe una sciagura anche per i Comuni, per le società sportive, per i ragazzi che praticano sport e per l’intero movimento sportivo nazionale». Fin da subito, verrà anche chiesto di limitare o inibire l’uso delle docce a chi ha convenzioni comunali, nonché lo svolgimento di partite e attività sportive in fasce serali con luci laddove possono essere svolte e spostate in orari diurni.

Si tratta di decisioni e misure mai prese prima, del resto necessarie per affrontare una crisi senza precedenti. I partecipanti alla riunione virtuale si sono anche dati appuntamento per un successivo incontro nel quale fare il punto della situazione e capire cos’altro si potrebbe fare «per aiutarsi tutti insieme nel risolvere la situazione».

Seguici sui nostri canali