i dati della camera di commercio

Export nella Bergamasca, nel quarto trimestre del 2020 raggiunti i livelli del 2019

Tuttavia, se si considerano tutti i dodici mesi del 2020 le esportazioni bergamasche risultano in calo dell'11,8 per cento rispetto all'anno precedente

Export nella Bergamasca, nel quarto trimestre del 2020 raggiunti i livelli del 2019
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Nel quarto trimestre del 2020 il valore delle esportazioni bergamasche ha raggiunto i 4.030 milioni di euro, in calo dell’1,3 per cento su base annua. Le importazioni in provincia sono state invece pari a 2.215 milioni, segnano un -2,9 per cento su base tendenziale. Il saldo trimestrale tracciato dalla Camera di Commercio di Bergamo, quindi, risulta essere in positivo per 1.815 milioni di euro, valore appena superiore al saldo del trimestre corrispondente del 2019 (quando è stato pari a 1.803 milioni di euro).

«Le esportazioni bergamasche sono ritornate al livello dell’anno precedente – commenta il presidente Carlo Mazzoleni -. Si tratta di un importante segnale di fiducia, a dimostrazione della grande capacità delle imprese di mantenere il posizionamento nelle filiere internazionali pur in un contesto difficilissimo».

Se si guarda al 2020 nel suo complesso, invece, il totale delle esportazioni bergamasche, pari a 14.397 milioni di euro, è calato dell’11,8 per cento rispetto all’anno precedente. Pressochè identica anche la variazione negativa che ha colpito le importazioni, pari a -11,9 per cento. Bergamo, complice anche la violenza con cui ha colpito la prima ondata della pandemia, è una delle province italiane nella quale sono state registrate le variazioni negative più intense dopo Milano, Firenze, Cagliari, Siracusa e Torino.

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La fotografia delle esportazioni nel quarto trimestre del 2020

La crescita congiunturale, pari al 12,4 per cento, è minore di quella registrata nel trimestre precedente perché ci si è approssimati ai livelli di regime, ma il tasso bergamasco, così come quello lombardo (13,6 per cento), è comunque doppio rispetto a quello registrato dal Nord-ovest (6,5 per cento), che è il più alto tra le ripartizioni territoriali italiane.

Stando all’analisi diffusa dall’ente camerale di Bergamo i settori trainanti dell’export provinciale risultano essere quelli legati a: macchinari (+4,2 per cento), prodotti chimici (‑2,4 per cento), metalli di base (-8,1 per cento), articoli in gomma (‑2,1 per cento), mezzi di trasporto (0,4 per cento), apparecchi elettrici (-6,6 per cento), tessile e abbigliamento (-8,8 per cento) e alimentari (8,1 per cento). Solo due tipologie di prodotti hanno messo a segno tassi di variazione tendenziale positivi, ma per tutti, in ogni caso, la situazione è di crescita congiunturale.

I dati delle aree geografiche di destinazione

Resta negativo il tasso di variazione tendenziale verso l’area UE 27 post Brexit, che scende del 3,1 per cento, nonché quello verso l’Eurozona, diminuito del 4 per cento. Al contrario, crescono dell’1,2 per cento i mercati extra europei, frutto di variazioni di segno opposto tra aree in crescita come Medio Oriente, Asia orientale e Oceania, e aree in diminuzione, come i Paesi africani, l’America settentrionale, centrale e meridionale e l’Asia centrale.

Segnano variazioni negative nel confronto con il corrispondente trimestre del 2019 le esportazioni verso i primi quattro paesi di destinazione delle merci bergamasche: Germania (-1,3 per cento), Francia (‑7,0 per cento), Stati Uniti (-5,0 per cento), Spagna (‑4,8 per cento). In crescita invece le esportazioni verso i successivi sei paesi più importanti, ovvero Regno Unito (6,3 per cento), Cina (39,9 per cento), Polonia (0,8 per cento), Paesi Bassi (5,4 per cento), Svizzera (10,1 per cento), e Austria (1,5 per cento).

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