Il declino

Foppolo, dai fasti al dissesto finanziario: la "regina delle nevi" sommersa dai debiti

La celebre località turistica bergamasca fatica a tenere il passo delle concorrenti. La sindaca costretta a chiedere aiuti a Roma

Foppolo, dai fasti al dissesto finanziario: la "regina delle nevi" sommersa dai debiti
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di Wainer Preda

Le vette, lì intorno, sono innevate. Dalla Quarta Baita la pista scende dritta, come un’autostrada bianca, accanto alla seggiovia. Contrasta con il cielo scuro della sera. Poi sbocca placida fra gli alberghi Adler e K2. Le luci gialle illuminano la distesa. Creano un chiarore caldo, avvolgente. Legno e vetrate. Scalinate e terrazze. Tetti ricurvi e torri. È sempre suggestiva Foppolo, la località sciistica dell’Alta Valbrembana. Eppure sotto lo splendore delle nevi covano grossi, grossi problemi.

Una stagione complicata

La stagione invernale lassù, a dire il vero, non era partita granché bene. Il giorno prima dell’Immacolata, con la neve caduta copiosa, scoppia la grana seggiovie. Per un paradosso burocratico (misto a una buona dose di sfortuna) manca il collaudatore per l’apertura.

Per risolvere la situazione deve intervenire il ministro Matteo Salvini, sollecitato dall’ex parlamentare bergamasco Daniele Belotti. La stagione slitta di una settimana. All’apertura, l’afflusso di turisti è buono. Poi, complici le alte temperature e lo scioglimento progressivo della neve, le cose cominciano peggiorare.

A Natale il boom di sciatori non c’è. La maggior parte delle seconde case resta chiusa fino al 27 dicembre. Poi i villeggianti iniziano a arrivare, in vista del Capodanno. Negli ultimi giorni dell’anno, le presenze sulle piste sono notevoli, nonostante il manto nevoso in degrado. Con gli impianti aperti, le attività lavorano. I ristoranti fanno buoni numeri. Le famiglie pranzano o cenano fuori casa. E negli alberghi le prenotazioni salgono dall’ottanta per cento al tutto esaurito, fino all’Epifania.

Gli operatori “respirano”. Soprattutto perché, con l’incognita meteo e le peripezie iniziali, poteva andare peggio. Le tre-quattromila presenze registrate fra il 30 e 31 dicembre, però, non consentono a Foppolo di mantenere lo scettro di regina del turismo invernale orobico, superata, dalle 8.500 presenze negli stessi giorni ai Piani di Bobbio e dalle seimila al Monte Pora.

L’età dell’oro

Certo sono lontani i tempi in cui il paese della Valbrembana era affollato già dal 26 dicembre. L’epopea di Foppolo comincia settant’anni fa. Perché in quest’angolo di Bergamasca tutti gli inverni c’era neve, tanta neve, da ricoprire il paese e affondarci le gambe. Le prime villette, casa Guzzoni e Villa Ghezzi, risalgono al 1949. Verso la fine degli Anni Cinquanta, spuntano gli alberghi - il Cristallo, il Sant’Ambroeus - e il primo condominio, il MonHotel. Nasce piazzale alberghi, ancora oggi centro della località turistica.

Nel ’64 debutta lo sci club che farà la storia di questo luogo: il Clan2. La locandina con una bella ragazza bionda col cagnolino in seggiovia, sopra le montagne innevate «a 100 chilometri da Milano», è la quintessenza dello spirito di quell’epoca. Foppolo diventa una sorta di enclave della borghesia industriale bergamasca e milanese. Arrivano anche Giorgio Gaber, Adriano Celentano, Don Backy, Milena Cantù, le star italiane di quei tempi.

Negli Anni Settanta e Ottanta la località sciistica vola. È il fiore all’occhiello del turismo bergamasco. Ricercata e apprezzata, vicina a Milano, e permeata da un’atmosfera allegramente chic. Lo sci club cresce. Diventa una sorta di istituzione locale a cui tutti vogliono prendere parte. Le manifestazioni sportive e culturali si moltiplicano. Fioccano gli sponsor. Nomi importanti, delle principali famiglie imprenditoriali bergamasche.

È una storia gloriosa, quella di Foppolo (...)

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