I consigli di laura Adele Feltri: il caso del "Salva Milano" e i suoi riflessi su Bergamo
Che cosa succede in campo edilizio nella metropoli meneghina? Le indagini della Procura hanno gettato luce sui “permessi facili”

di Angela Bosio
Ma cosa succede a Milano nel settore edilizio? Questo caos, di riflesso, coinvolge anche la nostra provincia? Non si riesce più a trovare il bandolo della matassa, tra indagini, dimissioni, arresti, cantieri bloccati: ne parliamo con Laura Adele Feltri, titolare di Casafeltri.

Ci spiega che cosa è successo?
«Dapprima sono stati fermati numerosi cantieri a Milano, poi si è passati alla chiusura dello sportello unico edilizia sempre nel Comune di Milano, come risposta alle inchieste avviate dalla Procura. Dopodiché abbiamo visto piovere ricorsi degli ordini di architetti, geometri e ingegneri contro tale decisione che ha messo seriamente in crisi non solo l’attività amministrativa della città, ma anche a cascata tutti i lavori delle varie categorie, con un riflesso anche sulle ditte bergamasche. Il Tar della Lombardia ha bocciato il ricorso dei geometri, e probabilmente saranno quindi bocciati anche gli altri ricorsi. Per concludere il decreto "Salva Milano", che doveva sanare molte situazioni edilizie non chiarissime, sta viaggiando in salita, con molti ostacoli».
Ma cosa è il “Salva Milano”?
«È un disegno di legge che servirebbe a sbloccare lo stallo dell’urbanistica milanese, dopo il blocco di numerosi cantieri da parte della Procura, dove i magistrati contestano il ricorso a procedure semplificate per agevolare gli operatori del settore immobiliare ed edilizio. Si parla di ben 150 cantieri. L’iter per ora si è fermato all’approvazione da parte della Camera nel novembre scorso, la palla quindi è passata al Senato mentre al Comune di Milano si stanno prendendo le distanze dallo stesso disegno di legge. La situazione è caotica, diciamo pure sorprendente: certamente non ci si aspettava che venisse riscritta la normativa per far passare indenne tutto quello che si è costruito e risanato a Milano negli ultimi 30 anni. Ricordiamo che la legge spiega quando gli interventi di demolizione e ricostruzione possano essere considerati una semplice ristrutturazione edilizia senza la necessità di ulteriore piano urbanistico».
Ora a farne le spese sono soprattutto coloro che hanno comprato casa.
«Chi ha sottoscritto un preliminare o proposta d’acquisto per un appartamento, per esempio al Parco delle Cave, aveva già versato dal 30 al 50 per cento della somma necessaria e aspettava di andare, a fine 2024, a rogito notarile, cioè all’acquisto definitivo. Invece queste famiglie sono rimaste sospese in un limbo nell’attesa che qualcuno dia loro qualche certezza o almeno speranza. Si contano più di mille persone che hanno creato un comitato “Famiglie sospese, vite in attesa”. Il comitato fa notare come la situazione sia paradossale: se non si interviene, saranno le famiglie, che non hanno alcuna colpa, a pagare per responsabilità di altri. Si tratta di interventi di forte valore economico: un bilocale di 50 metri quadrati può costare 300 mila euro e un attico arriva a 900 mila euro».
Quali sono i cantieri bloccati?
«I progetti bloccati sono 150. La prima inchiesta nasce dalla costruzione del complesso “Hidden Garden” di piazza Aspromonte, continua poi sulle palazzine Liberty di via Lamarmora e Crema, quindi con Park Towers di Bluestone di Parco Lambro, il progetto di Bosconavigli di via Cristoforo dell’archistar Stefano Boeri e la riqualificazione green di Piazzale Loreto».
Su che cosa indaga la Procura?
«Vengono contestate, oltre a edificazioni di ampia portata camuffate da ristrutturazioni, volumetrie sovradimensionate senza i necessari servizi quali parcheggi e aree verdi. Non ci sarebbero grandi problemi se si seguissero le regole, mentre sono finiti sotto la lente d’ingrandimento autorizzazioni rilasciate dal Comune con una semplice “Scia”, cioè un documento che viene compilato quando si ha a che fare con piccoli interventi, tipo il rifacimento di un bagno. È soltanto una “segnalazione di inizio attività” per interventi minori di manutenzione o restauro che la legge permette proprio perché l’entità dell’intervento è piuttosto limitata: è un modo per aiutare a evitare lungaggini burocratiche».
Può dare qualche informazione sulla Scia per i non addetti ai lavori?
«Esiste una Scia semplice - chiamata così perché non prevede il pagamento di oneri di urbanizzazione da parte del proprietario - e una “Scia in alternativa al permesso di costruzione” che invece prevede la riscossione degli oneri da parte del Comune; in questa Scia si dichiara che il costruttore è in possesso dei requisiti necessari per avviare un cantiere (sia di piccole che di medie dimensioni a secondo del caso). Si pagano gli oneri, ma si evitano controlli e verifiche preliminari in modo da partire subito con le opere».
A Milano le nuove costruzioni venivano trattate come fossero ristrutturazioni di edifici già esistenti, nonostante i nuovi palazzi fossero altra cosa rispetto alle costruzioni precedenti.
«Sì, ma la difformità veniva fatta passare sotto la pratica di rigenerazione urbana. Negli ultimi anni non essendoci più suolo sul quale costruire, si è puntato sulle aree dove già si era costruito, il tutto è passato come ristrutturazione di vecchi edifici. Ma quando quello nuovo è più alto di tre piani (o più) rispetto al precedente, difficile che si possa parlare di ristrutturazione».
Nel Comune di Milano gli addetti ai lavori come hanno reagito?
«Se il sindaco ha detto “che vive sempre preoccupato” per questa situazione, credo che anche i dipendenti comunali abbiano forti mal di testa, tanto è vero che in 140 hanno chiesto di essere trasferiti in altri uffici o addirittura di cambiare mansioni».
Il nome di Oggioni è balzato alle cronache, perché è così importante?
«Giovanni Oggioni ha 68 anni, attualmente è agli arresti domiciliari; era direttore dello Sportello unico edilizia del Comune di Milano e vice Presidente della Commissione per il paesaggio. È accusato di corruzione. Secondo i Pm, avrebbe accelerato pratiche in cambio di utilità».
E da ultimo anche legislatore occulto?
«Sì, viene accusato insieme a un collega della commissione paesaggistica di Milano di avere scritto il testo del "Salva Milano" e di averlo consegnato e concordato con i propri canali politici in modo da sanare la situazione anche a proprio vantaggio».
È circolato anche il nome dell’assessore alla Casa, Guido Bardelli. Cosa ci può dire di più?
«Bardelli nei giorni scorsi ha incontrato il primo cittadino Sala per annunciargli la sua intenzione di lasciare l’incarico. Decisione che secondo Bardelli è maturata dopo l’arresto dell’amico Oggioni; ovviamente Bardelli dovrà intervenire in Consiglio comunale motivando le dimissioni e soprattutto chiarendo la frase da lui pronunciata, che ha destato forti perplessità, all’interno di una chat con lo stesso Oggioni. Bardelli diceva: “Dobbiamo far cadere questa giunta”. Per ora Sala, la cui scadenza del mandato come sindaco prevede ancora due anni, non pensa a un rimpasto nella giunta milanese. Ha detto: “Nel caso ci fosse una sostituzione di Bardelli chiederei ai partiti di maggioranza che mi sostengono, una rosa di nomi per identificare una nuova figura di fiducia».
Di questa ingarbugliata vicenda qual è il punto che più l’ha colpita?
«Una frase dell’urbanista Marco Engel - che non è tra gli indagati -, il quale in pubblico si è speso a favore del "Salva Milano" mentre in privato, parlando di un intervento a un grattacielo milanese sotto inchiesta, confidava: “È una roba che grida vendetta!”. Francamente, mi chiedo come sia possibile che le norme urbanistiche siano state distorte in tale modo. Come agente immobiliare so bene che per ristrutturare casa occorrono documenti specifici da inviare al Comune di pertinenza, che deve dare il suo nulla osta per l’inizio lavori. Ma per costruire serve altra documentazione, più complessa. Questo modo di operare è difficile da digerire soprattutto da parte di quei proprietari che fanno tutto con scrupolo, rispettando la legge».
"Salva Milano", sacrifica tutti. Rendere la città sempre più esclusiva, alimentare la bolla immobiliare e la speculazione. Spero che Bergamo segui una diversa via.