annus horribilis

Il 2020, ossia l'anno nero del turismo bergamasco: giù presenze e arrivi. Cala dell'85% il fatturato

Il calo delle presenze in città è stato del 55 per cento. Se si considerano gli arrivi, invece, la flessione è del 61,5 per cento

Il 2020, ossia l'anno nero del turismo bergamasco: giù presenze e arrivi. Cala dell'85% il fatturato
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L’annus horribilis per il comparto turistico bergamasco sta tutto nei numeri che tracciano il bilancio appena trascorso. A causa della pandemia, che ha mandato all’aria le vacanze pasquali e i ponti primaverili e ridimensionato non poco le vacanze estive, il calo delle presenze in città è stato del 55 per cento.

Se si considerano gli arrivi, invece, la flessione è stata pari al 61,5 per cento: 480 mila nel 2020 contro 1 milione 249 mila del 2019. Ad aprile, nel pieno della prima ondata pandemica, secondo un’analisi fatta dell’osservatorio della Provincia e da Visit Bergamo, gli arrivi sono stati 800, il 99,2 per cento in meno rispetto all’anno precedente.

La situazione è migliorata leggermente in estate, grazie alla riscoperta delle seconde case nelle Valli. In Val Brembana gli arrivi dei villeggianti sono calati rispetto agli anni precedenti del 39,8 per cento, mentre in Val Seriana del 42,5 per cento. A soffrire maggiormente è stata ancora una volta la città, dove si è toccato il -71,4 per cento.

Nel complesso, in tutta la Bergamasca si contano 290 hotel, per un totale di circa 5 mila addetti che, qualora la crisi del settore dovesse mordere così aspramente ancora a lungo, guardano con preoccupazione al futuro. La perdita di fatturato è stata dell’85 per cento, contro una media nazionale del 60 per cento.

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