Colossale pasticcio

Imprese e cittadini, niente panico: sul Superbonus è la solita commedia all'italiana

Le banche disegnano scenari catastrofici, ma il Parlamento è già al lavoro. Il punto è la cessione dei crediti a terzi. Alla fine, pagherà Pantalone

Imprese e cittadini, niente panico: sul Superbonus è la solita commedia all'italiana
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di Wainer Preda

Alla fine, a una soluzione si arriverà. Perché riattivare il Superbonus conviene a tutti. Alle banche che puntano a commercializzare i crediti che hanno fra le mani. Alle imprese che potranno continuare a lavorare evitando lo spettro del fallimento. Alle famiglie che eviteranno di rimanere col cerino in mano. E persino alla politica che si arrogherà il ruolo di “salvatore della patria”.

Per risolvere il colossale pasticcio all’italiana sugli incentivi edilizi, che rischia di mettere in ginocchio una fetta dell’economia, in queste ore in Parlamento si stanno studiando correttivi. Dopo la stretta decisa dal governo a febbraio, dovuta agli eccessi di irregolarità e truffe, si sta lavorando a un nuovo provvedimento, già sollecitato da istituti di credito, imprese e proprietari di immobili. Si passerà probabilmente dal “Decreto Aiuti”. Con l’obbiettivo di riattivare la circolazione dei crediti, per dare nuovo slancio al Superbonus e al variegato mondo che lo circonda.

La questione normativa è complessa ma non irrisolvibile. La disciplina della cessione dei crediti edilizi ha subito parecchie modifiche negli ultimi mesi. Di conseguenza, molte famiglie non sono riuscite a inviare, entro il 29 aprile 2022, la documentazione delle spese sostenute nel 2021 per gli interventi sugli edifici unifamiliari. Non solo. Ci sono cinque miliardi di euro di crediti sospesi, a causa del blocco della cessione per le banche, con gravi problemi di liquidità. Per questo alla Camera dei deputati si stanno studiando proroghe ed emendamenti di ogni genere.

C’è poi la questione dei fondi a disposizione dei cittadini. Secondo i dati Enea, il valore totale delle detrazioni a carico dello Stato previste a fine lavori, a maggio scorso toccava i 33,7 miliardi di euro. Il governo ne ha messi sul tavolo 33,3 fino al 2036. Il Superbonus, però, può essere richiesto ancora, fino al 30 giugno 2022, con una proroga al 31 dicembre per gli interventi svolti su edifici monofamiliari che, al 30 settembre, saranno completati almeno al 30 per cento. Significa che, per garantire le detrazioni sulle future domande, la misura andrà rifinanziata.

Gli istituti di credito, intanto, hanno raggiunto il massimo del plafond disponibile. Continueranno l’acquisto dei crediti fiscali già contrattualizzati con la clientela, ma nel contempo hanno sospeso nuove operazioni, in attesa di un intervento della politica. Le banche dal canto loro recitano la parte in commedia. Minacciano pesantissime conseguenze per l’economia, facendo risuonare la grancassa di televisioni e giornali. Le loro preoccupazioni, beninteso, sono reali qualora non ci dovessero essere correttivi. Ma hanno la consapevolezza, neanche tanto velata, che a una soluzione si addiverrà comunque. Il loro vero obbiettivo è un altro (...).

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