Aumenti dei prezzi

In un anno, l'inflazione in Bergamasca si è mangiata uno stipendio: 1.450 euro

Se ne parla molto poco rispetto a qualche tempo fa, ma i rincari stanno mettendo in ginocchio tanti pensionati e famiglie operaie

In un anno, l'inflazione in Bergamasca si è mangiata uno stipendio: 1.450 euro
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Sta passando quasi sotto silenzio, ma a Bergamo (e in Italia) nell’ultimo anno è successo un fatto grave: ci hanno portato via uno stipendio, una mensilità, con un effetto terribile per chi percepisce redditi bassi.

L’inflazione in un anno a Bergamo (da giugno 2022 a giugno 2023) si è mangiata 1.450 euro. E siccome più o meno lo stesso era successo durante l’anno precedente (ricordiamo che nel 2022 il tasso di aumento fu dell’8,1 per cento), significa che in due anni si sono persi 2.900 euro circa. Due stipendi mensili di un discreto pensionato e di un operaio. Una situazione che per tante famiglie è insostenibile, che getta nella povertà chi prima se la cavava appena. Gli adeguamenti degli stipendi sono infatti minimi e per chi percepisce una pensione l’adeguamento al caro-vita è praticamente nullo.

Come si può andare avanti così? Non esiste una “scala mobile” che garantisce un aumento automatico di stipendi e pensioni per combattere l’inflazione, una volta c’era, ma ci pensò il governo Craxi a “sterilizzarla” nel lontano 1984. Il problema non riguarda Bergamo soltanto, ma tutta Italia. È stata realizzata una classifica dall’Unione Nazionale Consumatori delle oltre cento province della Penisola e la situazione peggiore, al primo posto per gli aumenti dei prezzi, riguarda Genova con un aumento di ben 1.853 euro in un anno, cioè l’8,5 per cento. Al secondo posto Firenze con 1.772 euro in un anno, al terzo Grosseto (1.713 euro), al quarto Milano (1.710 euro), al quinto Bolzano (1.701 euro).

Per la Lombardia dopo Milano gli aumenti dei prezzi più forti si sono registrati a Varese (settimo posto in Italia) e a Lodi (ottavo posto) con incrementi del costo della vita rispettivamente di 1.688 e di 1.675 euro. Quindi arrivano Lecco (decimo posto con aumenti di 1.650 euro) e Como (1.556 euro in più). Brescia si colloca al sesto posto in Lombardia e al ventiquattresimo in Italia con 1.529 euro; al settimo posto Pavia, all’ottavo Mantova e al nono Bergamo. Insomma, la nostra provincia per l’area lombarda non se l’è cavata male, anche se  (...)

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