Ispettorato del lavoro, dipendenti esclusi dall'indennità: «Non si investe in un settore chiave»
Il settore ha annunciato che sciopererà in tutto il Paese il 18 marzo per protestare contro questa esclusione

«Più rispetto e più tutele per chi tutela»; «Se rimane a costo zero, me ne vado al Ministero». Sono alcuni dei cartelli mostrati questa mattina (venerdì 4 marzo) dai dipendenti dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Bergamo, riuniti in un presidio di protesta di fronte alla sede di via Novelli.
Il significato dei messaggi, tra gli addetti ai lavori, è chiaro: se da parte del Governo l’investimento sugli ispettori di questo ente è sempre pari a zero, non ci si deve stupire se questa professione resta poco accattivante e malgrado sia strategica per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. L’ispettorato a Bergamo può contare su 44 dipendenti, di cui 20 ispettori, che hanno definito «ingiusta e discriminatoria» la loro esclusione dall’erogazione di un aumento che varrà tra i 1.500 e i 2.500 euro lordi all’anno.
Somme derivanti dall’armonizzazione dell’indennità di amministrazione prevista per decreto dal Governo, ma destinata solo ai lavoratori del Ministero del Lavoro. «Eppure a quelli dell’Ispettorato si applica la stessa contrattazione collettiva del comparto Ministeri», specificano Dino Pusceddu di Fp-Cgil, Angelo Murabito di Cisl-Fp, Livio Paris di Uil-Pa di Bergamo. «Contro questa inspiegabile esclusione, frutto di un’interpretazione puramente letterale e restrittiva del testo di una legge del 2019, il settore sciopererà in tutto il Paese il 18 marzo».
«Le competenze richieste e le responsabilità sono in continuo aumento, mentre da anni si segnalano carenze di personale - proseguono i tre sindacalisti -. Nei prossimi mesi sono attesi 1.200 nuovi ispettori, di cui 200 in Lombardia. È una buona notizia, ma contestualmente dallo scorso dicembre si è ampliato notevolmente il contesto in cui i lavoratori sono chiamati a intervenire. Se prima, in materia di sicurezza sul lavoro, a loro spettavano ispezioni nel settore edile e in alcuni comparti minori, ora il campo di azione è stato allargato a tutti i comparti, come per l’Ats».
Oltre ai lavoratori dell’Ispettorato nazionale del lavoro la mobilitazione del 18 marzo, proclamata da Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi, riguarderà anche i dipendenti dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, Anpal, ugualmente esclusi dall’armonizzazione delle indennità di amministrazione.
«Per protesta, il personale dell’Ispettorato nazionale del lavoro ha anche annunciato che non parteciperà alle giornate dedicate al piano straordinario di formazione e che non è più disponibile allo svolgimento di lavoro straordinario, festivo o in orari disagiati, né ad utilizzare le auto private per gli accessi ispettivi, dunque niente anticipazione delle spese di missione - concludono i sindacalisti -. Non sono nemmeno più disponibili all’uso di tablet e smartphone personali per tutte le attività istituzionali. Quella della mancata inclusione nel percorso di perequazione delle indennità di amministrazione è vissuta come l’ultima grande beffa. Non si sta investendo abbastanza in termini di risorse umane, finanziarie e tecnologiche, in un ente deputato a svolgere compiti strategici ai fini del rispetto della legalità e della prevenzione degli infortuni. È necessario superare la logica del costo zero».