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Italatte, modifiche al prezzo del latte alla stalla. Coldiretti: «Rispettare il contratto»

57,5 centesimi al litro da febbraio a giugno, ma la società avrebbe comunicato la scelta di applicare nuovi criteri per stabilire il prezzo

Italatte, modifiche al prezzo del latte alla stalla. Coldiretti: «Rispettare il contratto»
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«Sul prezzo del latte alla stalla in Lombardia è ancora in vigore il contratto siglato a inizio anno che deve essere rispettato fino alla fine, fatto salvo eventuali correzioni concordate tra le parti che al momento non esistono». Così il vice presidente di Coldiretti Lombardia Paolo Carra si è rivolto a Italatte, società del gruppo Lactalis (la più importante industria casearia a livello nazionale) nell'ambito degli incontri in corso tra le parti proprio per valutare la situazione di mercato e valutare eventuali modifiche dell'accordo.

L'ultimo contratto siglato, come precisato da Coldiretti, prevede infatti il riconoscimento alla stalla di 57,5 centesimi al litro per i mesi che vanno da febbraio a giugno 2023, con l'impegno poi di ritrovarsi ad aprile e valutare la situazione del mercato, da cui concordare eventuali correttivi. Incontri che sono iniziati tra i referenti dell'industria, ma che al momento non ha ancora visto la sottoscrizione di modifiche.

«Non capiamo, quindi, perché Italatte abbia comunicato agli allevatori lombardi conferenti la scelta unilaterale di applicare nuovi criteri per stabilire il prezzo a partire dal mese di aprile» ha dichiarato Carra. «Una fuga in avanti ingiustificata, che non possiamo accettare - ha aggiunto il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio -. È in gioco il futuro di uno dei settori portanti della nostra economia, quindi è fondamentale ripartire con un dialogo costruttivo che però non prescinda dalle tante difficoltà che oggi attanagliano le aziende agricole».

Con circa cinquemila allevamenti, 750 circa dei quali in provincia di Bergamo, la Lombardia produce infatti quasi la metà di tutto il latte italiano. «La stabilità della rete zootecnica - ha concluso Coldiretti Lombardia - ha un'importanza che non riguarda solo l'economia nazionale,  ma ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate».

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