Italcanditi sposta la produzione dei marron glacé a Pedrengo e il Mugello si ribella
In bilico 80 posti di lavoro stagionali, la politica e i sindacati toscani si mobilitano. Il sindaco: «Una pugnalata al cuore del nostro paese»

Sarà un Capodanno amaro per i lavoratori dello stabilimento di Marradi, paesino montano nell'Alto Mugello, specializzato nella produzione di marron glacé: la direzione di Italcanditi, la società bergamasca che ha acquisito la Ortofrutticola del Mugello, proprietaria della fabbrica, nel luglio 2020, ha infatti annunciato che sposterà la produzione a Pedrengo.
La notizia è stata data alla cittadinanza dal sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, che l'ha definita: «Una pugnalata al cuore del nostro paese. La fabbrica dei marroni, come la chiamiamo noi, è la fabbrica di Marradi. Abbiamo tutti un familiare, un amico, che ci lavora. È un presidio fondamentale per la vita della nostra piccola comunità». A lui si è aggiunto Emilio Sbarzagli, segretario della Cisl del Mugello: «Qui non chiudono una fabbrica, chiudono un paese intero». Infatti sembra andrà a finire così poiché Italcanditi, pur spiegando che il personale fisso dello stabilimento, circa una decina di persone, potrà trasferirsi in Bergamasca conservando il proprio posto di lavoro, non ha tenuto conto che lì ci lavorano circa 80 lavoratori stagionali. Si tratta soprattutto di donne, tutta gente del piccolo comune e delle zone limitrofe, la quale basava il suo sostentamento su quella professione, che gioca un ruolo fondamentale nella produzione di un'eccellenza del territorio, con marchio Igp. Eccellenza su cui si basa la sua economia e che, con la delocalizzazione (seppur interna al nostro Paese), lascia in bilico il futuro dei suoi abitanti.
«La fabbrica dei marroni è un punto di riferimento e un volano per tutto il territorio, faremo di tutto perché questo non accada. Abbiamo tutti un familiare, un amico, che ci lavora – ha scritto il sindaco su Facebook - È un presidio fondamentale per garantire la vita della nostra piccola comunità. Insieme ai sindacati parteciperemo all'assemblea dei lavoratori e stiamo informando tutte le istituzioni di ogni ordine e grado. Metteremo in campo tutte le forze che abbiamo per scongiurare questo durissimo colpo, all'economia del nostro paese, certo, ma prima ancora a tutta la nostra comunità - ha proseguito il primo cittadino -. Mai avremmo pensato di dover combattere questa battaglia. Marradi nei momenti più difficili ha sempre dimostrato di essere unita e mai come questa volta c'è bisogno di tutti».
Gli operai e i cittadini del paesino toscano hanno subito ricevuto la solidarietà di politica e sindacati. Il segretario nazionale del Pd Enrico Letta si è mobilitato insieme ai deputati toscani dem: si sono detti «molto preoccupati dalla notizia della decisione di chiudere lo stabilimento di Marradi, mentre in Parlamento si sta lavorando per una norma sulla valorizzazione dei castagneti». La capogruppo di "Siamo Marradi", Raffaella Ridolfi, ha reso noto che Forza Italia ha «già attivato tutti i livelli del partito, governativi, parlamentari, rappresentanti regionali, metropolitani e mugellani, chiedendo aiuto nell’interloquire con la proprietà». Infine, il sindaco metropolitano di Firenze, Dario Nardella, ha ricordato come «la delocalizzazione non sia un problema solo internazionale ma anche interno, un meccanismo sbagliato. Se oggi tocca a Marradi con un vantaggio immediato per Bergamo, domani starà a Bergamo per un’altra realtà. Bisogna aggredire questa modalità non solo a livello di normativa europea ma anche nazionale».