il manifesto di Ascom e Confesercenti

Le richieste dei ristoratori ed esercenti di Bergamo: «Ristori e chiarezza sulle riaperture»

Il documento è stato presentato venerdì 15 gennaio, in occasione della manifestazione di disobbedienza civile #IoApro

Le richieste dei ristoratori ed esercenti di Bergamo: «Ristori e chiarezza sulle riaperture»
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Certezze nelle riaperture delle imprese, che consentano una programmazione a lungo termine, e ristori immediati per ristoratori e titolari di pubblici esercizi colpiti dalle chiusure. Sono i punti intorno a cui ruotano le richieste che Ascom Confcommercio e Confesercenti Bergamo hanno avanzato al Governo per tutelare uno dei settori più colpiti dalle chiusure.

Il manifesto è stato presentato nel giorno in cui è andata in scena in tutta Italia la manifestazione di disubbidienza civile #IoApro, dalla quale le due associazioni si sono dissociate. Alla presentazione hanno partecipato diversi parlamentari dell’opposizione (Simona Pergreffi, Alberto Ribolla, Rebecca Frassini e Daisy Pirovano della Lega e Alessandra Gallone di Forza Italia) e, per la maggioranza di Governo, Elena Carnevali e il viceministro all’Economia Antonio Misiani, entrambi del Pd.

I giorni lavorativi di chiusura conteggiati lo scorso anno sono stati 145, con perdite nei ricavi del 70 per cento (ricettività) e del 50 per cento (pubblici esercizi). L’indennizzo medio ricevuto dagli operatori è di poco superiore ai 60 euro giornalieri. Troppo poco.

Il manifesto stilato dalle associazioni di categoria, condiviso anche da Roberto Amaddeo, presidente Fiepet Confesercenti, Giorgio Beltrami, presidente pubblici esercizi Ascom, e Petronilla Frosio, presidente dei ristoratori Ascom, propone:

  • Stanziamento immediato di un ristoro significativo per i piccoli imprenditori
  • Spostare a fine anno la scadenza della moratoria sui mutui (la scadenza attuale è il 30 giugno 2021)
  • Raddoppiare il periodo dei mutui concessi con la garanzia dello Stato
  • Ammettere ai ristori (come già accaduto a novembre) anche le imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro
  • Riapertura delle imprese con regole certe e programmazione a lungo termine
  • Sgravi sul costo del lavoro
  • Mantenere i crediti d’imposta per gli affitti
  • Allungare il periodo della cassa integrazione o consentire i licenziamenti prevedendo indennizzi di disoccupazione

Il decreto Ristori 5, ha spiegato Misiani, considererà il fatturato degli ultimi sei mesi del 2020 sul 2019. Per quel che riguarda invece lo spostamento a fine anno la scadenza della moratoria sui mutui precedenti alla pandemia è necessario un cambio delle regole europee, mentre il raddoppiare il periodo dei mutui concessi con la garanzia dello Stato è già stato previsto dalla legge di bilancio 2021.

È ancora al vaglio l’ammissione ai ristori delle imprese con fatturato sopra i 5 milioni. In ambito fiscale, il viceministro ha poi annunciato sgravi per le assunzioni di giovani e donne.

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