l'incontro

Mercati finanziari: il Cio di Azimut in Lussemburgo ospite a Lecco di Davide Pozzi

Claudio Basso, Chief Investment Officer dell'Istituto, è stato invitato da Davide Pozzi, Area Manager per Lecco, Como, Sondrio, Bergamo, Monza e Brianza

Mercati finanziari: il Cio di Azimut in Lussemburgo ospite a Lecco di Davide Pozzi
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«Dal punto di vista finanziario, questo è l’anno peggiore. Se analizziamo i dati in nostro possesso dal 1950 a oggi, cioè un arco di tempo di ben 72 anni, il rendimento negativo peggiore, di un portafoglio bilanciato tra azioni e obbligazioni, è stato del -24%. Ora siamo attorno al - 22%...».

Non lascia respiro l’esordio di Claudio Basso, Chief Investment Officer di Azimut in Lussemburgo, il principale centro nei quali opera la prima realtà finanziaria italiana indipendente nel settore del risparmio gestito, presente in oltre 18 Paesi al servizio di oltre 230 mila clienti con un patrimonio complessivo di oltre 85 miliardi. Il Direttore Investimenti è stato protagonista settimana scorsa di una serie di incontri con i consulenti finanziari e i wealth managers del Gruppo Azimut, ma anche con clienti e imprenditori di mezza Lombardia. Basso, gestore di respiro internazionale, è stato invitato da Davide Pozzi, Area Manager di Azimut per le province di Lecco, Como, Sondrio, Bergamo, Monza e Brianza per l’Area 2.

Mercati finanziari: il Cio di Azimut in Lussemburgo ospite a Lecco di Davide Pozzi

Noi abbiamo avuto la possibilità di incontrarlo nel corso di una cena riservata alla quale hanno preso parte imprenditori del calibro di Sergio Nessi, presidente Nessi Games di Oggiono, Paolo Colombo, presidente Colombo Pavimenti di Barzago, Giuseppe Giussani, Ad Elettrosystem di Barzago, Paolo Fancoli, ad Astebook, Francesca Panzeri, Catra di Missaglia, Carlo Vismara, presidente Catenificio MCV di Viganò, Fabio Dadati, presidente di Lariofiere Erba e direttore Hotel Promessi Sposi e ristorante Da Giovannino a Malgrate.

Davide Pozzi, Area Manager di Azimut per le province di Lecco, Como, Sondrio, Bergamo, Monza e Brianza per l’Area 2

Subito dopo l’analisi della difficile situazione di questi mesi, Basso per il futuro è convinto che si possa iniziare a intravvedere la luce in fondo al tunnel:  «La soluzione migliore in questi momenti è affidarsi a un professionista che fa una gestione attiva. Sebbene ci sia la possibilità di ulteriori correzioni nei prossimi mesi, una parte importante dei ribassi dei mercati finanziari, forse, è ormai alle spalle. Adesso è il momento di guardare a investimenti con un approccio di medio periodo. La regola base per conseguire i ritorni finanziari più alti sui propri investimenti è di comprare dopo che sono intervenuti dei ribassi importanti. Purtroppo l’errore classico dell’investitore è invece proprio quello di comprare con valutazioni alte in periodi di ottimismo diffuso e di stopparsi dopo i ribassi entrando in panico. La disciplina nell’investimento è fondamentale».

Quali sono state le cause di questo pesante arretramento dei mercati finanziari?

«Quando i tassi erano a zero o sottozero non c’era alternativa al mercato azionario. Però i segnali non erano incoraggianti. Il rapporto prezzo/fatturato dell’MSCI World - l’indice globale azionario - nel 2000 trattava a 1,8 le azioni, alla fine del 2021 le trattava a 2,50, ma se nel 2000 si parlava di bolla speculativa, forse, non era particolarmente giustificabile entrare in un mercato finanziario così caro. Poi le banche centrali durante il lockdown - u impulso dei rispettivi Governi - hanno implementato importanti stimoli monetari e fiscali per sostenere l’economia, ma queste decisioni sono durate troppo a lungo. Se da una parte gli stimoli fiscali hanno aiutato i consumi, dall’altra hanno permesso alle persone, soprattutto negli Usa, di stare a casa comodamente sul divano: se da una parte creo un aumento della domanda e dall’altra disincentivo a produrre non era difficile capire che la conseguenza era quella di provocare l’inflazione… Insomma la politica monetaria e quella fiscale sono all’origine di questi eccessi».

Claudio Basso, Chief Investment Officer di Azimut in Lussemburgo

E l’inflazione è sfuggita al controllo

«Le banche centrali hanno pensato che un po’ di inflazione potesse essere utile anche per ridurre i debiti, in termini reali, degli Stati, cresciuti anche per effetto delle misure adottate per sostenere la ripresa post pandemica. E non c’è solo l’Italia ad avere debiti elevati… Gli States ad esempio hanno un rapporto debito/Pil superiore al 120%. Poi, però, l’inflazione è sfuggita di mano - in alcuni casi è arrivata addirittura al 10% - e sta creando un problema sociale perché con un’inflazione che cresce e i salari che non tengono il passo, i nodi stanno venendo al pettine. Ora le banche centrali, per evitare di restare con il cerino acceso in mano, stanno alzando i tassi di interesse. Il rialzo dei tassi ha ancora spazio per proseguire. E tutto viene rimesso in discussione».

A partire dai mercati finanziari. Oggi gli utili attesi delle principali società americane quotate parlano di una crescita del 15% per i prossimi dodici mesi

«È realistico attendersi una crescita degli utili di queste proporzioni quando l’economia sta rallentando - e forse andando verso una recessione - mentre la fiducia sta scendendo? Gli utili nella migliore delle ipotesi rimarranno sui livelli dell’anno precedente. Ma allora prendendo come esempio il Nasdaq, dove le quotazioni sono rimaste più elevate rispetto ad altri listini, le valutazioni sembrano ancora eccessive. A 24 volte gli utili il Nasdaq ha un rendimento implicito del 4,1% ed è un investimento volatile. In confronto il titolo di Stato biennale degli Usa rende circa il 4, 5%, ed è privo di rischio. Tra i due investimenti, le obbligazioni oggi hanno un profilo di rischio/rendimento migliore. Di conseguenza in questi momenti è bene fare investimenti prudenti, oculati e comunque guidati da una gestione attiva. I bond sicuri hanno già scontato molto del rialzo dei tassi e del rischio recessione. Mi soffermo molto sui dati degli States perché la finanza mondiale ragiona ancora in dollari. La situazione sugli altri mercati non è migliore. L’Europa, ad esempio, è l’area dove ci sono più squilibri sui tassi e dobbiamo ancora capire gli effetti del caro energia. A livello generale i rischi potenziali sono rappresentati dal rallentamento dei consumi e dalla compressione dei margini delle imprese, mentre i tassi reali e nominali peseranno sulle azioni, ma fuori dagli Usa le valutazioni sono già più accettabili».

Qual è l’overview per il 2023?

«Sebbene permangano rischi di ulteriori correzioni, bisogna considerare che dopo i ribassi così importanti dei mercati finanziari i rendimenti prospettici delle asset class sono oggi molto più attraenti. Un investitore che entri in panico oggi e venda tutto si sta separando da un portafoglio con i rendimenti attesi più alti dell’ultimo decennio. Pertanto in questo momento non bisogna farsi trascinare dalle emozioni e ribadisco quanto avevo detto alla fine del 2021: meglio comprare quando le azioni stanno scendendo. Se ragioniamo in un arco temporale di quattro anni da oggi i rendimenti attesi sono positivi, anche superiori al 4% annualizzato».

Basso ha concluso il suo incontro con gli imprenditori segnalando e illustrando le performance di AZ Allocation Balanced, il fondo da lui gestito personalmente, che vanta un giudizio di 5 stelle da Morningstar, con una performance positiva nel 2022 del 19%.

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