«Mi sono candidata per fare la commessa, ma ho 43 anni e tanti prendono solo apprendisti sottopagati»
Dopo i sempre più numerosi casi di attività bergamasche che lamentano mancanza di personale, una lettrice racconta un punto di vista diverso
L’episodio del panificio Nessi di Città Alta, che ha chiuso per tre settimane, dal 3 fino al 26 luglio, si è aggiunto a quelli di attività che abbassano le serrande o riducono i loro orari (come invece ha fatto la nota gelateria Pandizucchero) a causa della mancanza di personale. Lo cercano disperatamente, spiegano, ma non lo trovano perché non ci sarebbero più persone, in particolare giovani, disposti a svolgere le mansioni di commesso o cameriere.
Quasi mai i titolari delle attività accusano le nuove generazioni (anche se l'imprenditrice della moda Tiziana Fausti non ci era andata leggera con i giovani), imputando piuttosto le difficoltà nel trovare dipendenti ai sussidi di Stato garantiti ai disoccupati, così come alle tasse troppo alte che, con 1.300-1.400 euro lordi di stipendio, riducono gli "incassi" netti dei lavoratori a mille euro o anche meno. Tutto questo renderebbe più conveniente restare a casa piuttosto che accettare l’impiego.
In seguito alla pubblicazione di questi articoli, una lettrice di nome Silvia ci ha scritto per esporre un punto di vista diverso, ovvero di chi in quelle attività avrebbe lavorato volentieri, poiché ne aveva bisogno, ma non è stata assunta. Riportiamo di seguito il suo racconto:
«Abito a Bergamo dal 2018 e ho 43 anni. Dopo la gravidanza, per circa due anni, ho mandato candidature e portato curricula per un posto di commessa con scarsissimi risultati. Tra i tanti annunci anche quello di attività che avevano affisso un cartello per la ricerca di personale proprio sulla vetrina.
Non solo non sono mai stata chiamata per un colloquio, ma dopo qualche mese sono comparsi su siti per offerte di lavoro annunci di quelle stesse attività in ricerca di "giovani commesse". Così ho capito perché non ho avuto nessuna possibilità: dopo una certa età non si può più lavorare con contratti di apprendistato ed essere pagati una miseria.
Sicuramente, se anche le giovani commesse venissero pagate il giusto e a quelle più mature fosse data la possibilità di lavorare, nessun esercizio chiuderebbe per mancanza di personale».