l'analisi dell'osservatorio provinciale

Nel 2020 a Bergamo assunzioni in calo del 18,8%. Occupazione «ancora inferiore ai livelli pre-Covid»

Determinanti per arginare le cessazioni lavorative il blocco dei licenziamenti e l'estensione della cassa integrazione

Nel 2020 a Bergamo assunzioni in calo del 18,8%. Occupazione «ancora inferiore ai livelli pre-Covid»
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A distanza di oltre un anno dall’inizio dell’emergenza Covid i dati occupazionali elaborati dall’Osservatorio del Mercato del lavoro della Provincia di Bergamo, riguardanti l’andamento di tutto il 2020 e dei primi due mesi dell’anno in corso, sono sì negativi ma non così neri come molti avrebbero temuto.

Nel rapporto, si dice che il 2020 nella Bergamasca si è chiuso con un calo del 18,8 per cento delle assunzioni rispetto al 2019, nel complesso sono state 104.092, e con una diminuzione del 12,2 per cento delle cessazioni lavorative, in totale 107.822. Il saldo è quindi pari a -3.730, contro il +5.443 del 2019, ma «nel confronto storico si tratta di una perdita occupazionale inferiore ai risultati medi annui del periodo compreso tra il 2012 e il 2014».

«L’occupazione è ancora inferiore ai livelli pre-Covid – sottolineano da via Tasso -, ma la perdita si è attenuata nel mese di febbraio, durante il quale è stato registrato un saldo tra assunzioni e cessazioni pari a + 1.797, simile a quello di febbraio 2019 e superiore a quello di febbraio 2020».

Due le principali ragioni alla base di questo meccanismo: in primis l’estensione della cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti, che hanno contenuto le cessazioni. In secondo luogo le transizioni da contratti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato si sono mantenute sui livelli degli anni precedenti, ampliando la consistenza dei contratti permanenti. Nel 2020 sono stati 12.647 le transizioni di questo tipo, pari a un terzo del totale delle persone assunte a tempo indeterminato.

Dove ha colpito la crisi

I settori nei quali la perdita di posti di lavoro si è fatta maggiormente sentire sono quelli collegati alle attività ricettive, di alloggio e di ristorazione, ma anche in quelle legate al commercio all’intrattenimento. Ossia i settori maggiormente colpiti sia dal lockdown dello scorso anno, sia dalle chiusure e riaperture a singhiozzo introdotte con il sistema delle regioni colorate.

Allo stesso tempo la crisi si sta attenuando nel comparto industriale, che è potuto tornare a lavorare con maggiore regolarità, mentre l’agricoltura e il settore delle costruzioni continuano a registrare una fase positiva.

«Nonostante le preoccupanti perdite economiche e occupazionali che hanno colpito gravemente alcuni importanti settori produttivi, ritengo importante che le forze economiche del territorio sappiano interpretare positivamente questi dati: l’occupazione dipendente a Bergamo sembra aver retto meglio della media nazionale e regionale nel corso del 2020 – sottolinea il presidente Gianfranco Gafforelli -. I dati di febbraio mostrano, seppur timidi, segnali di ripartenza. Tutto questo è dovuto alla tenacia e alla forza del nostro tessuto imprenditoriale, che spero nei prossimi mesi potrà recuperare il terreno perso e lavorare per un rilancio dell'economia locale».

Assunzioni in calo nel 2020

Lo scorso anno le assunzioni sono calate ovunque. A fare meglio sono le aree di Grumello del Monte (-7,7%) e di Albino (-9,8%), mentre le perdite più consistenti si registrano a Ponte San Pietro (-23,4%), a Bergamo (-22,7%) e a Clusone (-21,3%).

I saldi finali tra entrate e uscite nel mondo del lavoro, in valore assoluto, sono positivi soltanto a Grumello (+429), Trescore Balneario (+132) e Romano di Lombardia (+108).

L’area della circoscrizione del capoluogo registra invece un saldo negativo di -2.226 posizioni: solo a Bergamo sono 1.400 in meno e a Orio al Serio 686 in meno. La situazione è negativa anche nell’area di Treviglio, con 771 posti di lavoro persi, di Ponte San Pietro (-634), Clusone (-334), Zogno (-209), Lovere (-133) e Albino (-92).

«Il lavoro realizzato dall’Osservatorio provinciale del lavoro rappresenta un importante strumento di analisi e d’indirizzo, che può contribuire a riprogrammare le politiche sul territorio in vista del rilancio dell’economia – conclude il consigliere provinciale delegato Ezio Deligios -. Nei primi giorni di maggio verranno presentati ulteriori dati e approfondimenti tematici ai componenti della commissione provinciale del lavoro. Un contributo che sarà fondamentale per interpretare i nuovi fabbisogni occupazionali delle imprese, necessari per sfruttare appieno gli interventi di sostegno che si stanno pianificando a livello europeo e nazionale».

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