Produzione

Nel secondo trimestre la manifattura a Bergamo spinge ancora

La produzione continua a crescere, ma le aspettative svoltano in negativo. L’industria conferma la velocità di crescita (+1,7 per cento) e l’artigianato riprende (+1,3 per cento) dopo la battuta d’arresto del primo trimestre

Nel secondo trimestre la manifattura a Bergamo spinge ancora
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Secondo l’indagine effettuata dalla Camera di Commercio di Bergamo, nel secondo trimestre 2022 continua la crescita della produzione che ha interessato il settore manifatturiero bergamasco negli ultimi due anni: la variazione tendenziale risulta pari al +6,4 per cento per le imprese industriali (con almeno 10 addetti) e al +6,8 per cento per quelle artigiane (con almeno 3 addetti). Si tratta di incrementi significativi, anche se in progressiva riduzione nel corso dell’ultimo anno. Inoltre la crescita rispetto al primo trimestre è pari al +1,7 per cento per l’industria, in linea con quella evidenziata nei nove mesi precedenti, e al +1,3 per cento per l’artigianato, in ripresa dopo la battuta d’arresto registrata a inizio anno. I livelli produttivi si confermano sui valori massimi degli ultimi anni, ma il clima di fiducia degli imprenditori è in peggioramento, con attese che svoltano in negativo per la maggior parte delle variabili. Ad incidere è l’aumento dei prezzi di materie prime, componentistica, energia e la caduta del Governo.

I dati dell’industria

L’industria bergamasca continua ad essere trainata dalla meccanica, seguita dalla produzione di gomma-plastica, carta-stampa e mezzi di trasporto. L’analisi degli altri indicatori evidenzia come il fatturato continui a crescere più velocemente della produzione (+3,7 per cento), sotto la spinta dei prezzi dei prodotti finiti che registrano un altro incremento significativo (+6,6 per cento). I rincari delle materie prime si confermano però più rilevanti, mettendo a segno per il quarto trimestre consecutivo un aumento a doppia cifra (+10,2 per cento). Nonostante la situazione sul fronte dei prezzi rimanga critica, gli incrementi si sono raffreddati rispetto al picco evidenziato nei primi tre mesi dell’anno.

L’occupazione prosegue la tendenza positiva: il numero di addetti tra inizio e fine trimestre risulta in crescita del +0,5 per cento. La cassa integrazione si conferma su valori in linea con i livelli pre-Covid, sebbene per la prima volta negli ultimi due anni si registri un lieve incremento: la percentuale di imprese che dichiara di averne fatto ricorso passa infatti dal 3 per cento al 4,2 per cento. Il quadro che emerge dall’analisi dagli indicatori delinea quindi una situazione ancora solida per l’industria bergamasca, ma nonostante questo la fiducia degli imprenditori registra un evidente deterioramento: le aspettative per il prossimo trimestre vedono infatti una prevalenza di previsioni al ribasso per produzione tra le imprese considerate nel campione (saldo pari a -9), così come per la domanda interna (-19) ed estera (-11). Solo in merito all’occupazione il saldo tra aspettative di crescita e diminuzione rimane in territorio positivo (+9). Si allarga quindi il divario tra variabili quantitative e indicatori qualitativi, destinata a chiudersi nei prossimi mesi quando la situazione economica nazionale e internazionale si farà più chiara.

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La situazione dell’artigianato

La produzione manifatturiera dell’artigianato in provincia di Bergamo evidenzia una variazione congiunturale del +1,3 per cento, tornando in territorio positivo dopo la battuta d’arresto del primo trimestre. Anche le imprese artigiane si riportano quindi su un sentiero di crescita, sebbene con una prestazione che risulta inferiore a quella che aveva caratterizzato la seconda metà del 2020 e il 2021, e meno brillante rispetto alla Lombardia, dove la variazione tendenziale ha raggiunto il +8,7 per cento e l’incremento congiunturale il +2,3 per cento. Il fatturato, che nel primo trimestre aveva rallentato ma senza fermarsi, torna ad accelerare con un +2,2 per cento congiunturale. I prezzi delle materie prime confermano però una velocità di crescita superiore, che in questo trimestre si attesta al +14,9 per cento, in lieve raffreddamento rispetto ai primi tre mesi dell’anno.

L’occupazione delle imprese artigiane evidenzia il terzo incremento consecutivo, con un saldo pari al +0,4 per cento tra il numero di addetti a inizio e fine trimestre. Sembra quindi delinearsi una lieve tendenza positiva del 2022, dopo la sostanziale stabilità verificatasi nel biennio precedente. Il ricorso alla cassa integrazione, che durante l’emergenza sanitaria era cresciuto esponenzialmente, anche per l’allargamento dei criteri di accesso e l’incremento delle risorse messe a disposizione, si conferma tornato ai livelli pre-Covid: solo l’1,7 per cento delle imprese del campione ha dichiarato di averne usufruito. Le aspettative degli imprenditori artigiani si orientano ulteriormente al ribasso, dopo il peggioramento che aveva già contraddistinto gli ultimi trimestri: il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione scende al -8 per la produzione e al -17 per la domanda interna, mentre risulta nullo per la domanda estera, che è però poco rilevante per la maggior parte delle imprese artigiane. Sull’occupazione le aspettative rimangono leggermente positive (+3).

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