Sciopero e presidio

Novem Bagnatica, annunciata la chiusura a fine 2023: sono 97 i lavoratori a rischio

Stamattina (18 settembre) il confronto tra Direzione e sindacati, nel pomeriggio si è conclusa l'assemblea dei lavoratori

Novem Bagnatica, annunciata la chiusura a fine 2023: sono 97 i lavoratori a rischio
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La notizia, durissima, è stata comunicata al sindacato giovedì 14 settembre scorso: la Novem Car Interior Design di Bagnatica chiuderà entro fine anno. A rischio ci sono tutti i 97 dipendenti.

Contro questa decisione del Gruppo, che ha sede legale in Lussemburgo, è stato proclamato per oggi (lunedì 18 settembre) uno sciopero di quattro ore per ciascun turno, con presidio tenuto questa mattina all’interno del perimetro aziendale mentre si svolgeva un confronto tra direzione e sindacati (durato dalle 9 alle 12.30). Nel pomeriggio, invece, si è conclusa l’assemblea dei lavoratori.

Le richieste alla Direzione

«Oggi la produzione si è fermata in protesta contro una decisione che ci ha colto di sorpresa - hanno dichiarato poco fa Luciana Fratus della Fillea-Cgil e Massimo Lamera di Filca-Cisl di Bergamo -. In programma avevamo per il 21 settembre un incontro in cui la direzione doveva renderci partecipi delle intenzioni del Gruppo. La notizia terribile è arrivata prima».

Durante il confronto urgente chiesto e ottenuto con la Direzione questa mattina, i sindacati e i delegati delle Rsu hanno chiesto di ricorrere a un anno di ammortizzazione sociale, un piano di ricollocazione dei lavoratori e un congruo e dignitoso incentivo all’esodo, da rimodulare in base all’anzianità. L’azienda avrebbe da principio chiuso sull’ipotesi di chiedere l’ammortizzatore sociale, avanzando la proposta di un incentivo all’esodo che per le sigle non è sufficiente. Alla controproposta dell’ammortizzatore, la Direzione si è riservata di analizzare i conti, in vista di un nuovo confronto per il 27 settembre.

Proclamato lo stato d'agitazione

Nel frattempo si è proclamato uno stato di agitazione, con un pacchetto di ulteriori 16 ore di sciopero, appena decise in assemblea, di cui 8 previste per il 27 settembre, e le altre da svolgere prima su indicazione delle Rsu. «Per noi è prioritario ricorrere allo strumento dell’ammortizzazione sociale - hanno concluso i due sindacalisti -. Vogliamo anche un piano di ricollocazione contestuale che aiuti soprattutto i più fragili. Riteniamo la proposta economica aziendale di incentivo inaccettabile, senza il supporto della cassa integrazione».

La progressiva diminuzione dei dipendenti è in corso da anni: a gennaio 2021 risale l’annuncio del taglio di circa sessanta posti di lavoro, che vennero notevolmente ridotti e legati a mobilità volontaria, incentivata dopo lo svolgimento di una serie di scioperi. Il taglio era seguito al trasferimento di alcune linee produttive e processi nello stabilimento di Žalec in Slovenia: dopo quella fase, in provincia di Bergamo erano rimasti solo i reparti di assemblaggio e spedizione. Ancora prima, nel 2020, alcuni esuberi erano ugualmente stati gestiti con esodo volontario e cassa integrazione.

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