Commercio

Novità sui buoni pasto: ora il tetto massimo alle commissioni del 5% è legge

800 gli esercenti interessati a Bergamo. È il risultato dell’approvazione del Decreto legge Aiuti di Stato. Confcommercio Bergamo e Confesercenti si dichiarano soddisfatti, ma c’è ancora molto da fare

Novità sui buoni pasto: ora il tetto massimo alle commissioni del 5% è legge
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È una questione che interessa 58.200 lavoratori tra Bergamo e provincia per un valore annuale di oltre settanta milioni di euro quella dei buoni pasto. Ora, con l’approvazione del Decreto legge Aiuti di Stato, il tetto del 5% alle commissioni a carico di bar, ristoranti, esercizi di vicinato, supermercati e ipermercati nelle gare per l’acquisto dei buoni pasto destinati ai dipendenti pubblici è diventato legge. Si tratta di un primo risultato del lavoro che ha visto unite le associazioni della ristorazione e del commercio per rispondere al disagio di migliaia di imprese costrette a pagare una tassa occulta del valore di centinaia di milioni di euro per assicurare il servizio ai lavoratori che utilizzano ogni giorno il buono pasto. Secondo le stime di Ascom Confcommercio Bergamo ad accettare i ticket a Bergamo e provincia sono oltre 800 tra trattorie, bar, ristoranti, negozi di alimentari.

Il direttore Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini commenta: «È un primo importante risultato raggiunto. Dare sostenibilità all’esercente significa migliorare la qualità del servizio e aumentare il valore reale del buono anche per il lavoratore. Chi si aggiudicherà le prossime gare pubbliche per i buoni pasto non potrà più imporre agli esercenti una commissione maggiore del 5%. La prossima gara Consip del valore di oltre 1,2 miliardi di euro sarà il banco di prova per valutare l’efficacia della nuova normativa nel segnare una profonda discontinuità con le precedenti gare che hanno portato a commissioni addirittura superiori al 21 per cento». 

Un passo importante in un momento di difficoltà, che punta a migliorare, o quantomeno dare dei paletti precisi, a un sistema che comunque lamenta ancora la necessità di una riforma strutturale. Uno degli aspetti mancanti è quello riguardante la possibilità di intervenire anche sulle gare private, che oggi non sono interessate dal provvedimento appena approvato e che, tuttavia, valgono due terzi del mercato. Inoltre,  Confcommercio Bergamo sottolinea che «occorre adottare modelli di regolazione mutuati da altri Paesi europei, mettendo al centro la salvaguardia del valore reale del buono pasto, da quando viene acquistato dal datore di lavoro a quando viene speso dal lavoratore. Ed è bene ricordare che questo strumento prevede già importanti vantaggi sia per il datore di lavoro con la decontribuzione, sia per il lavoratore con la defiscalizzazione».

A commentare la questione anche Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo: «Esprimiamo soddisfazione per il ritorno a una misura più equa delle commissioni. In tempi di costi e burocrazie crescenti è assolutamente positivo che si inizi a ragionare in termini di tutela degli operatori commerciali, abbandonando l’idea che tutto si sistemi in maniera autonoma, e riconoscendo che ogni settore necessita di margini minimi che ne garantiscano la sopravvivenza».

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