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Personale introvabile in Bergamasca? La Cgil: «Chi assume dia stipendi adeguati»

Mario Colleoni, segretario Filcams-Cgil di Bergamo, afferma che sia sbagliato dare tutte le colpe al Reddito di cittadinanza

Personale introvabile in Bergamasca? La Cgil: «Chi assume dia stipendi adeguati»
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Non solo medici di base: a mancare sono anche i lavoratori, in particolare nel settore della ristorazione e del turismo. Un fenomeno che si è accentuato ancora di più in questi ultimi due anni, contribuendo così ad alimentare una “carestia” professionale di cui il Reddito di cittadinanza viene spesso additato come una delle cause principali.

Ma è vero che i giovani non hanno voglia di lavorare? Oppure c'è dell'altro? Per rispondere a queste domande è intervenuto anche Mario Colleoni, segretario generale della Filcams-Cigl di Bergamo e della segreteria regionale di categoria.

Le ragioni della carenza di lavoratori in questi settori, particolarmente richiesti nel periodo estivo, secondo il segretario sarebbero molteplici e complesse. Collegarle all'esistenza del Reddito di cittadinanza «è fuorviante, semplicistico, e di certo non aiuta a capire la situazione», commenta Colleoni. Aggiungendo poi: «In una società normale, a nessuno verrebbe in mente di sostenere che un contributo di 500 euro possa rappresentare un problema per chi cerca personale». Il segretario punta il dito sui datori di lavoro: «Se chi assume retribuisse i propri dipendenti con stipendi adeguati, le buste paga non sarebbero certo in concorrenza con il reddito di cittadinanza».

I problemi, continua Colleoni, risiedono nel blocco dei salari e nella flessibilità estrema, che avrebbero reso i lavoratori sempre più «ricattabili e fragili». Una «falsa narrazione che sposta l'attenzione dai reali problemi vissuti nel settore» e non affronta «il tema più profondo del perché, rispetto al passato, un crescente numero di giovani e meno giovani ci pensano bene prima di valutare una carriera lavorativa di questo genere». Perché, si domanda il segretario, l'appeal di ristorazione e turismo è diminuito?

«C'è la necessità - conclude - di lavorare per trovare soluzioni con determinazione, senza banalizzazioni, né semplificazioni. Parti sociali, istituzioni e politica devono operare in questa direzione, cercando di evitare proposte inadeguate, come quella fatta dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia, che mira a reintrodurre i voucher. Non serve una politica di questa natura. Soltanto con una visione che punti a valorizzare il settore anche tramite un’occupazione non precaria, ma invece qualificata, regolare e stabile è possibile rilanciare il turismo e insieme tutto il suo indotto».

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