Urgono soluzioni

«Pnrr, Governo crei una cabina di regia coi sindaci»: la richiesta di Gori e altri due primi cittadini

L'appello arriva dal sindaco di Bergamo, da quello di Mantova (Mattia Palazzi) e da quello di Vicenza (Giacomo Possamai)

«Pnrr, Governo crei una cabina di regia coi sindaci»: la richiesta di Gori e altri due primi cittadini
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«La discussione politica di questi giorni sul Pnrr distoglie l'attenzione dal cuore vero del problema, che sono i ritardi accumulati nella gestione, i sovracosti ancora non pienamente coperti nelle opere che i Comuni stanno mettendo a gara, l'assenza di informazioni su nuovi bandi e diversi altri aspetti importanti».

L'appello arriva da un trio di sindaci, composto da quello di Bergamo, Giorgio Gori, insieme al primo cittadino di Mantova Mattia Palazzi e quello di Vicenza, Giacomo Possamai, che in un comunicato congiunto hanno parlato proprio del tema Pnrr - il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza - di cui si parla molto per via di un discusso emendamento del Governo, approvato proprio oggi (7 giugno), che esclude la Corte dei Conti dai controlli sulla sua attuazione.

«In questo momento il tema non è la "deriva ungherese" - sottolineano i sindaci - bensì non gettare alle ortiche un'opportunità unica per il Paese. Anche perché, come hanno spiegato i professori Cassese e Mirabelli e come ha ulteriormente sostenuto Luciano Violante, il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr era stato abolito già da Draghi nel 2021».

Dal portale malfunzionante al fallimento dei bandi

Per i sindaci, quindi, ciò che è necessario è «prestare attenzione e definire strumenti e risposte adeguate e celeri ai rilievi di merito che la Corte dei Conti in più relazioni ha sottolineato rispetto ai problemi strutturali e di funzionamento che sin qui hanno prodotto ritardi e quindi minor spesa». Tra questi spicca, spiegano, il tema personale per i Comuni e il «sostanziale fallimento dei bandi di reclutamento per tecnici da inserire, inferiori rispetto al previsto perché a tempo determinato fino al 2026».

E poi c'è il sistema portale Regis che «come più volte sottolineato da Anci presenta numerose difficoltà e spesso si blocca, errori di impostazione e sottovalutazione dei costi per importanti opere e infrastrutture anche di sicurezza idraulica e, aggiungiamo, i tempi di redazione ministeriale di alcuni bandi che hanno poi richiesto ai Comuni progetti e procedure in tempi spesso incompatibili con la realtà. Nel caso dei nidi segnaliamo che, se a fianco delle opere non si prevedono finanziamenti in conto corrente per sostenerne i costi di gestione, sarà difficile raggiungere il fondamentale e auspicato obiettivo».

In sostanza, ciò che i sindaci temono è che di fronte a quella che è definita «la più grande occasione e sfida di modernizzazione, crescita, sostenibilità e uguaglianza degli ultimi decenni», il Paese e tutte le sue istituzioni e rappresentanze politiche possano non riuscire a stringere «un patto vero, istituzionale e politico» per raggiungere tutti gli obiettivi, aggiornando le procedure necessarie per attuarli.

La richiesta è la stessa, già avanzata dai primi passi del Pnrr: «Il Governo costituisca una cabina di regia con i sindaci, con Anci. Sarebbe il segno di un Paese "normale" che non vuole perdere nemmeno un euro del Piano da cui dipende il proprio futuro».

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