Provincia e Università di Bergamo insieme per controllare il proliferare della logistica
Il primo obiettivo è mappare gli impatti territoriali, ambientali e socio-economici generati dalle strutture, sempre più numerose in pianura
Nove nel biennio 2019-2020 e undici, per ora, nel 2021-2022, per un totale di quasi 250 ettari; senza contare che in arrivo ce ne sarebbero altre quattro per almeno 40 ettari. Sono questi i numeri delle istanze arrivate negli ultimi anni al servizio di Pianificazione territoriale della Provincia per la trasformazione del territorio. Il motivo? La diffusione di nuovi insediamenti logistici.
Le logistiche sempre più numerose
Sono dati che rivelano di una tendenza in forte espansione e per questo la Provincia di Bergamo ha deciso di avviare un'analisi in collaborazione con il Centro studi dell'università di Bergamo per farsi trovare pronta e preparata a governare, per quanto possibile, il fenomeno endemico della comparsa delle logistiche.
La consigliera delegata alla Pianificazione urbanistica e pianura Chiara Drago sottolinea: «Si parte dall’analisi dello stato dell’arte per arrivare a definire principi di governance e regole per la gestione delle richieste, dai temi della concertazione alla perequazione territoriale, agli impatti e compensazioni, legate ai processi insediativi».
L'obiettivo più cogente è quello di restituire un quadro sugli impatti territoriali, ambientali e socio-economici generati dalle strutture logistiche, sempre più numerose nella Pianura lungo l’asta BreBeMi, ma anche sull’A4 (in particolare nelle vicinanze dei caselli di Capriate San Gervasio, Grumello e Telgate).
Le tre fasi dello studio
Questa è solo la prima fase, i cui risultati verranno raccolti in un primo report corredato di cartografie e infografiche. L'obiettivo è presentarlo a fine anno.
La seconda fase partirà dalle logiche insediative settoriali per arrivare, nella primavera del 2023, alla costruzione di un "disegno di scenario", ovvero un’elaborazione che sarà articolata in regole (criteri, indirizzi, procedure), protocolli, figure territoriali.
Infine, in relazione al percorso attuato, la ricerca potrà essere orientata a sostenere lo sviluppo dell’azione politico-amministrativa provinciale e a dare supporto alle modalità attuative del "disegno di scenario", che potrebbero configurarsi in forma di un piano d'area unitario.
L'approccio a medio-lungo termine
Va al cuore della questione il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi: «L’ingente quantità di richieste che abbiamo ricevuto in questi ultimi mesi rende evidente la necessità di individuare una modalità di gestione di questi cambiamenti. Tali riflessioni non possono prescindere da un approccio a medio-lungo termine e dal coinvolgimento anche delle realtà associative imprenditoriali, sindacali e della formazione e istruzione. Solo approfondendo questo percorso in modo unitario possiamo costruire insieme un’adeguata visione di futuro».