RadiciGroup cede la chimica e trova l'America: i motivi della vendita al fondo Usa
Il 23 febbraio, Angelo e Maurizio hanno venduto per un miliardo i due settori più redditizi al fondo di private equity Lone Star

di Andrea Rossetti
Tradurre in termini comprensibili a tutti il gergo finanziario ed economico non è cosa facile, ma spesso, per riuscirci, basta andare al nocciolo della questione. Che, in questo caso, è la cessione da parte del gigante di Gandino (lì è la sede storica) RadiciGroup dei segmenti chimica e polimeri al fondo americano di private equity Lone Star.
E non è poco, dato che si parla del cuore delle attività del gruppo seriano, quelle più “redditizie”, che cubano ricavi per ottocento milioni di euro e interessano 1.300 dipendenti.
Le cifre della complessa operazione - la firma sull’accordo è arrivata domenica 23 febbraio, ma il closing è previsto per l’autunno prossimo - non sono state rese note, ma indiscrezioni e stime parlano di circa un miliardo di euro. Per dare un’idea più precisa: nel 2022, il fatturato complessivo del gruppo è stato pari a 1,5 miliardi.
Stiamo dunque assistendo all’ennesima ritirata di una storica famiglia dell’imprenditoria bergamasca? Non proprio. In mano ai Radici, infatti, resta l’area Advance Textile Solutions, così come la Itema di Colzate, leader mondiale nella produzione di telai, la Geogreen, società nata nel 2000 come fornitore unico in Italia di energia per RadiciGroup e player integrato di prodotti e di servizi nel campo delle energie rinnovabili e del gas naturale, e l’Hotel San Marco di Bergamo.
Ciò significa che la maggior parte della forza lavoro bergamasca di RadiciGroup rimane sotto il controllo della famiglia seriana: solo nelle unità produttive di Villa d’Ogna e Casnigo, infatti, sono impiegate ben 1.300 persone.
Come l’Italcementi? No
L’operazione in questione è quindi ben diversa da quella che, nel 2015, vide la famiglia Pesenti cedere al gruppo Heidelberg la storica Italcementi. Il parallelo, in questi giorni, è stato fatto. Anche perché quell’operazione è ancora una ferita aperta per la città e la Bergamasca tutta, dato che portò al taglio di centinaia di posti di lavoro a fronte di un incasso per l’ex proprietà di oltre 1,6 miliardi.
Ma, come detto, le due vicende sono molto diverse. E (...)
Ecco il fintosovranismo del governo. La fintosovranista Meloni ci sta prendendo tutti per i fondelli...sempre piu uguale a Draghi e Prodi . Tempi duri...
Quando questi imprenditori vendono,semplicemente se dalle istituzioni avessero ricevuto risorse,al cambio della proprietà,dovrebbero essere restituite.
Hai proprio ragione agli eredi nn interessa nulla come la Candy e altri grandi marchi
Ennesima svendita all'estero di aziende costruite negli anni e svendute dagli eredi, in barba ai lavoratori Bergamaschi e italiani. Su tutte, oltre a Italcementi, il gruppo fiat. Ormai siamo una colonia e un nano economico in europa e mel mondo.