Sempre più pensionati e sempre meno lavoratori: Bergamo tiene, ma la situazione peggiora
Nel giro di dieci anni si sono persi una ventina di punti. Intanto, in diverse regioni d'Italia i pensionati superano i lavoratori
In Italia, il numero delle pensioni erogate sta superando quello dei lavoratori attivi. Ma Bergamo, per ora, costituisce una delle eccezioni. Nella nostra provincia, infatti, ci sono 122 lavoratori attivi ogni cento pensionati: una proporzione che pone la terra orobica in 23esima posizione nella classifica nazionale. Nel rating regionale, arriva dopo Brescia (135 su 100), Lodi (134 su 100) e Milano (133 su 100), alla pari con Como. La situazione, rispetto alla media nazionale, è comunque abbastanza tranquillizzante: calcolando tutta Italia, infatti, la proporzione è di 111 su 100 e in 39 provincie (poco meno della metà) il sorpasso è già avvenuto.
Le proposte dei sindacati
«La politica punta decisa verso la riforma delle pensioni, contemplando tra le possibilità solo l'innalzamento dell’età pensionabile, e non adegua gli assegni - ha detto Giacomo Meloni, segretario generale di Fnp Cisl Bergamo -. Non è il modo migliore per affrontare la questione: mantenere in attività persone sopra i 65 anni non fa bene al lavoro e alla salute delle persone, mentre senza investimenti su famiglie e giovani non si reggerà alla sfida del tempo».
Secondo Danilo Mazzola, segretario Cisl di Bergamo, «nella determinazione della spesa pensionistica incidono molte voci, che non hanno natura previdenziale: per questo, è necessario separare la spesa in previdenza e la spesa per assistenza».
Aumentano i pensionati rispetto ai lavoratori
In dieci anni si sono però “persi” una ventina di stipendi nei confronti degli assegni pensionistici: Bergamo contava, nel 2014, 450 mila lavoratori attivi su 318 mila pensionati (rapporto di 141 su 100). In questo periodo, anche la “qualità” dei contributi pagati è scesa, di pari passo con l’alzarsi dei contratti poveri. Nel 2002, in Bergamasca il rapporto tra attivi (da 14 a 64 anni) e over 65 era di 435 su 100. Al primo gennaio 2023, il rapporto è calato a 291 “under” ogni 100 “over”. Di questo passo, il sorpasso potrebbe arrivare già nei prossimi dieci anni, e non tutti i residenti sotto i 65 anni lavorano.
Pensioni adeguate al costo della vita
«Ci aspettiamo - ha continuato il segretario - che la trattativa con il Governo generi una salutare inversione del trend. Senza dimenticare che nel nostro paese di riforme delle pensioni ne sono state fatte tante e che, proprio in prospettiva della tenuta fra lavoratori dipendenti e pensionati, si è arrivati alla riforma Fornero ed a scelte che genereranno in futuro pensioni molto basse, con forti ripercussioni sul tessuto sociale. Per noi, la priorità è una pensione adeguata al costo della vita».