Lo scippo

Spariti dalla legge di stabilità i quaranta milioni per l'assistenza a domicilio

Erano stati stanziati per il prossimo anno, ma un emendamento li ha fatti saltare. Alla faccia del potenziamento della sanità sul territorio...

Spariti dalla legge di stabilità i quaranta milioni per l'assistenza a domicilio
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di Angela Clerici

Romina Zanotti, infermiera di Ponte Nossa, fino a lunedì era contenta. Poi, in serata, è arrivata la notizia: i 40 milioni di euro stanziati per aiutare l’Assistenza domiciliare integrata (provenienti da una tassa sul tabacco riscaldato), sono spariti dal bilancio per il prossimo anno, cioè dalla legge di stabilità. Pare che durante la maratona in Commissione parlamentare, fra le due e le tre di notte di domenica, sia arrivato un emendamento che ha fatto sparire quei quaranta milioni devolvendoli, sembra, a diverse altre attività, in mille rivoli. Sulla stampa si è parlato di “scippo”. Per tanti medici e infermieri un vero colpo basso perché dopo la tragedia del Covid pensavano che i governanti avessero compreso, a tutti i livelli, come la Sanità pubblica dovesse rigenerarsi proprio partendo dal territorio, quindi dai medici di base, dall’Assistenza domiciliare, aggiungendo anche la figura, nuova, dell’infermiere di famiglia.

Romina Zanotti è proprio infermiera dell’Assistenza domiciliare, lavora in Val Seriana; nei mesi terribili del Covid è sempre rimasta in prima fila, nella trincea. Nelle scorse settimane era stata ascoltata insieme ad alcuni medici bergamaschi dai dirigenti del ministero della Salute e settimana scorsa, in collegamento Zoom, aveva parlato con i componenti della commissione Salute del Senato. Dice Romina: «Sono stata ascoltata in tutti e due i casi con molta attenzione, ho avuto l’impressione che funzionari e politici fossero preparati, sul pezzo. Sono stata convocata insieme ad altri medici perché anche io ho firmato quella che poi è stata chiamata la Lettera dei Seicento, scritta a marzo, in cui si partiva dal disastro in corso per cercare di fare capire come cambiare l’organizzazione della Sanità. Uno dei punti fondamentali era il rilancio dell’assistenza sul territorio, invertendo la logica degli ultimi anni quando si è puntato tutto sugli ospedali. Il Covid ha dimostrato che si tratta di una logica molto pericolosa».

E perdente. Romina Zanotti è stata ascoltata dalla commissione del Senato insieme al dottor Mirco Nacoti, medico anestesista del Papa Giovanni che è stato fra i promotori della Lettera dei Seicento. Nacoti ha attinto anche alla sua esperienza di medico nelle zone di guerra. Continua Romina: «Che cosa posso dire? Ero convinta che fossimo arrivati all’inversione di tendenza, alla comprensione della situazione. Invece sembra che non sia così, quei quaranta milioni erano poca cosa sui quaranta miliardi della manovra, ma erano molto importanti. Quando sento dire dai miei amici che è meglio che i figli se ne vadano all’estero, rispondo che esagerano, ma davanti a queste cose mi chiedo se questo Paese abbia un futuro».

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