Terreni della Fiera, il Comune fa ricorso contro il maxi-risarcimento da 16 milioni
È la cifra che la Corte d'Appello ha stabilito come indennizzo per gli eredi Agliardi, proprietari dell'area espropriata nel 2002
Nuova puntata dell'annosa diatriba legale sui terreni su cui è stata costruita la Fiera di Bergamo. Il Comune farà ricorso in Cassazione dopo l'ultima sentenza della Corte d'Appello, che condanna Palazzo Frizzoni a un maxi-risarcimento di 16 milioni nei confronti degli eredi Agliardi, a quel tempo comproprietari dell'area. Lo ha annunciato il Comune stesso.
Un contenzioso lungo 20 anni
Passo indietro per capire. Il contenzioso si trascina ormai da oltre vent'anni. Ovvero dal 2002, quando l'allora amministrazione Veneziani decise di espropriare i terreni di proprietà delle famiglie Agliardi e Coffari per costruire l'attuale polo fieristico.
Passò poco tempo e Matilde Coffari, erede di una delle famiglie, chiese tramite i suoi legali che venissero rideterminate sia l'indennità di occupazione del suolo, sia il corretto valore dell’esproprio dei terreni di sua proprietà. Secondo loro, la valutazione di 25 euro al metro quadro, determinata dei periti, era insufficiente rispetto al reale valore di mercato delle aree.
La diatriba passò attraverso cinque amministrazioni: Veneziani, Bruni, Tentorio e le due di Gori. E altrettanti passaggi giudiziari: tre sentenze della Corte d'Appello di Brescia e due della Cassazione che annullavano le precedenti e rimandavano tutto di nuovo alla Corte d'Appello.
I maxi-risarcimenti
Ebbene, nel febbraio scorso i giudici bresciani hanno condannato il Comune di Bergamo a pagare a Coffari circa 1,6 milioni di euro. Debito fuori bilancio che l'amministrazione aveva già accantonato in maniera preventiva, versandola a Cassa Depositi e prestiti.
Ben più pesante la batosta arrivata invece con la seconda famiglia coinvolta nella vicenda: gli Agliardi, appunto. Nel 2015, una prima sentenza della Corte d'Appello di Brescia aveva condannato il Comune di Bergamo al pagamento di 6 milioni e 175 mila euro. Tuttavia la controparte non era ancora soddisfatta e ha presentato ulteriore ricorso in Cassazione, che a sua volta ha rimandato alla Corte d'Appello. E da lì è arrivata un'ulteriore stangata visto che il risarcimento è salito di oltre 9 milioni di euro. Arrivando a un totale di 16 milioni a favore degli Agliardi.
Il ricorso alla Cassazione
Sulla prima sentenza, quella dei 6 milioni, il Consiglio comunale aveva già approvato una delibera di debito fuori bilancio per evitare di pagare eventuali interessi. Il fondo accantonato presso la Cassa Depositi e prestiti era di 9,2 milioni. Saliti a 19,5 milioni nel luglio scorso, quando si è prospettato il maxi-risarcimento.
Ora il Comune di Bergamo ha annunciato che farà nuovo ricorso in Cassazione «per dirimere e concludere la vicenda».
Nel contempo, «nelle prossime ore - si legge in un comunicato di Palazzo Frizzoni - il Comune porterà in commissione e poi in consiglio comunale la delibera di debito fuori bilancio che serve a procedere al versamento delle cifre, già stanziate dal bilancio comunale, per evitare di corrispondere interessi sulla somma del risarcimento».