L'escursione

Il Rifugio Tagliaferri, la più alta delle capanne orobiche

Tra sentieri storici, stupendi panorami e luoghi incontaminati fino al cuore della Val di Scalve.

Il Rifugio Tagliaferri, la più alta delle capanne orobiche
Pubblicato:

Tra le alte e severe montagne della Val di Scalve, ubicato all’estremità settentrionale della Valle del Vò, sorge la più alta Capanna delle Alpi Orobie: il rifugio Nani Tagliaferri. La struttura, posta in posizione intermedia tra il Rifugio Curò a ovest, Ronco di Schilpario a sud e il Passo del Vivione a est, è lasciata alla tutela della riserva faunistica dei Laghi del Belviso e del Barbellino, siti ricchi di flora autoctona e specie uniche. Se dislivello e km non ci spaventano possiamo intraprendere questa escursione, che tra sentieri storici, stupendi panorami e luoghi incontaminati ci porterà fino al cuore della Val di Scalve.

14 - Panoramica
Foto 1 di 14
1 - Le Cascate del Vò
Foto 2 di 14
2 - Lungo la Valle del Vò
Foto 3 di 14
3
Foto 4 di 14
4
Foto 5 di 14
5 - Sul sentiero
Foto 6 di 14
6
Foto 7 di 14
7
Foto 8 di 14
8 - Giochi di luce
Foto 9 di 14
9
Foto 10 di 14
10
Foto 11 di 14
12 - In ricordo della Prima Guerra mondiale
Foto 12 di 14
13
Foto 13 di 14
14 - Panoramica
Foto 14 di 14

Sono numerosi i tracciati che permettono di raggiungere il rifugio. Il percorso classico trova la sua partenza da Ronco di Schilpario e ricalca il segnavia Cai 413. Quattro ore di cammino e un dislivello di 1300 metri ci guideranno attraverso le bellezze incontaminate della Valle del Vò. Non sarà difficile scorgere caprioli, cervi e marmotte, che con i loro “fischi” ci accompagneranno per buona parte dell’escursione. Tra scrosci d’acqua e panorami raggiungiamo la struttura, posta 2328 metri di quota e abbracciata dai monti Tornello, Venerocolo e Demignone. Uno dei luoghi più belli e incontaminati delle montagne bergamasche.

Il secondo tracciato si snoda dal Lago di Belviso e ricalca i segnavia 12 e 13, raggiungendo il Tagliaferri con circa 3 ore di cammino e un dislivello positivo di 950 metri. Il sentiero costeggia il grande bacino artificiale fino all’imbocco della Val di Pila, innalzandosi seguendo il torrente fino alla Malga omonima (m.2010) e successivamente attraverso la Valle di Belviso. Con salita costante tocchiamo dapprima il panoramico Passo di Venano e con un’ultimo sforzo il rifugio, ormai visibile.

Il terzo itinerario trova partenza dal rifugio Antonio Curò, lungo il segnavia Cai 321 e variante del Sentiero delle Orobie. Il percorso si snoda lungo la Val Cerviera, la Valle di Bondione e successivamente la Valle del Gleno, portando l’escursionista fino al Passo di Belviso (m.2518). Dal valico una ripida discesa ci condurrà alla Capanna. Questo sentiero è riservato agli escursionisti esperti, prevede 5 ore di cammino e un dislivello positivo di 800 metri.

Il rifugio Nani Tagliaferri è un baluardo prima delle grandi montagne, ultimo avamposto di civiltà racchiuso nella bellezza di una valle unica e suggestiva. La struttura è gestita fin dal 1985 (anno della sua inaugurazione) da Francesco “Cesco” Tagliaferri, 74 anni, fratello del Nani a cui è intitolato il rifugio e con cui ha condiviso il progetto anni or sono.

Larticolo completo, con i percorsi, le bellezze della zona e lintervista al rifugista Cesco Tagliaferri, lo potete leggere sul PrimaBergamo in edicola da venerdì 21 agosto

Seguici sui nostri canali