Tra la neve fino ai Laghi Gemelli, per scoprire un eterno abbraccio tra due innamorati
di Angelo Corna
Le nostre valli ospitano angoli dimenticati, ma anche luoghi che non hanno bisogno di presentazioni. Come i Laghi Gemelli, perla incastonata tra le bellezze dell’alta Val Brembana, un simbolo conosciuto in tutto il nord Italia. Durante la stagione estiva, centinaia di escursionisti affrontano le due ore di cammino necessarie per raggiungere questo posto magico. Ma in inverno tutto cambia: gli specchi d’acqua più famosi della provincia bergamasca si "addormentano" sotto una spessa coltre di neve. Il panorama diventa bianco, ovattato e quasi surreale, e quello che è un facile percorso si trasforma in un tracciato di neve e ghiaccio, lasciato ai pochi che si avventurano in queste zone.
Se non temiamo freddo e gelo possiamo seguire le tracce del sentiero Cai 211, che con partenza dal Lungo Lago di Carona ci porterà alla scoperta delle perle di ghiaccio della Val Brembana: il Lago Marcio, il Lago Piano delle Casere e, successivamente, i Laghi Gemelli e il loro rifugio omonimo, in questa stagione ancora addormentato sotto la neve. La struttura accoglie dal 1899 gli escursionisti che raggiungono questo luogo magico. Poco distante, possiamo osservare i famosissimi specchi d’acqua, probabilmente come non gli abbiamo mai visti. A 1952 metri di quota, racchiusi nella conca delimitata dal Pizzo Farno, dal Monte Corte, dal Monte Spondone, dal Monte del Tonale, dal Pizzo dell'Orto e dal Pizzo del Becco, i laghi si presentano completamente ghiacciati.
Lago Marcio
Lago Piano delle Casere
Il Pizzo del Becco
Il Rifugio Laghi Gemelli
Il Rifugio Laghi Gemelli
Una meraviglia tra neve, crepacci e riflessi, destinata a concludersi in poche settimane. Gli amanti della fotografia troveranno in questo paesaggio il luogo perfetto per scatti unici. Nonostante il nome, il bacino artificiale è formato da un unico corpo che si divide solo quando la diga che ne contiene l'acqua viene quasi interamente svuotata. Il nome attuale va attribuito alla precedente costruzione del manufatto, avvenuta nel 1932. Allora i due laghetti, di dimensioni molto più contenute, erano due bacini che visti dal passo omonimo sembravano specchiarsi.
La salita invernale a queste “perle orobiche” non è per tutti. L’itinerario è riservato a escursionisti allenati, in possesso dell’attrezzatura idonea per un’escursione che si svolge prevalentemente in ambiente innevato. Se disponiamo di questi requisiti, possiamo partire alla scoperta di uno degli angoli più belli della bergamasca, da sempre teatro di storie e leggende. La più popolare vede protagonisti due giovani innamorati che per coronare il loro sogno si diedero alla fuga proprio su queste montagne. Ma la storia ha un triste epilogo: i due giovani precipitarono in un burrone, dando vita ai laghi che, oggi, si sono uniti. Un eterno abbraccio che corona la storia d’amore tra i due giovani innamorati.