Concerti

Dave Weckl e Tom Kennedy Project, poi il trio Bobo (con due da Elio e le Storie Tese)

Due serate da incorniciare al Druso di Ranica: musica colta di altissimo livello lunedì 25 e giovedì 28 aprile

Dave Weckl e Tom Kennedy Project, poi il trio Bobo (con due da Elio e le Storie Tese)
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Due serate con la musica colta di caratura internazionale questa settimana al Druso di Ranica: lunedì 25 aprile sale sul palco il Dave Weckl e Tom Kennedy Project; giovedì 28 aprile è la volta del Trio Bobo, cioè Alessio Menconi con i due “Elii” Faso (basso) e Christian Meyer (batteria).

Dopo lo straripante sold out della data “zero” il novembre scorso sempre al Druso, a grande richiesta torna questo lo straordinario quartetto capitanato da Dave Weckl (ingresso 30 euro, biglietti su mailticket.it). Considerato tra i batteristi jazz/fusion più influenti e tecnicamente dotati di tutti i tempi, vanta collaborazioni con numerosi artisti, fra i quali George Benson, Chick Corea, Paul Simon, Madonna, Mike Stern, John Patitucci, Diana Ross, Robert Plant e molti altri Sul palco del Druso porta il suo nuovo progetto, ideato con il grande bassista Tom Kennedy e realizzato con la collaborazione di Stu Mindeman al piano e Bob Francheschini al sax.

Da divertissement a uso quasi personale, da spendere nei locali, a produzione di eccellenza di una realtà della nicchia fusion-jazz-rock-progressive che ha soprattutto il merito, nelle intenzioni dei suoi membri, di esprimere una «musica ben composta e registrata live da uomini in carne ed ossa come si faceva negli anni ‘70». Questa l’essenza del Trio Bobo (18 euro, biglietti su mailticket.it), al secolo Faso (Nicola Fasani, bassista), Christian Meyer (batterista) e Alessio Menconi (chitarrista), i primi due membri storici di Elio e Le Storie Tese. La carriera del gruppo è iniziata nel lontano 2002, in parallelo a quelle ufficiali di ciascuno di loro. L’ultimo album risale al 2019 e si intitola “Sensurround”, che cita nel titolo un innovativo sistema sonoro per il cinema brevettato negli anni 70 dalla Universal, poi soppiantato dal Dolby Surround. E a bordo delle 13 tracce, buffamente titolate (da “Disastro sull’Arno” a “Boulin Rouge”) ma molto ricche a livello compositivo e registrate magistralmente, ospita musicisti di prim’ordine come Stefano Bollani, che non ha bisogno di presentazioni, e Varijashree Venugopal, per gli amici Vari, strepitosa cantante-flautista di Bengalore, al suo debutto in un disco italiano. «Prima o poi, tutti gli artisti (vedi i Beatles) vanno in India, in pellegrinaggio. Intanto noi abbiamo fatto venire qui un’indiana: per farci ‘ritrovare’ è lei che ci viene a cercare. Una cosa senza precedenti e anche, se vogliamo, un gran bel risparmio», spiega Faso con il solito umorismo.

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