Cose di casa nostra

Bergamospia (si dice, non si dice) Chi creò il “lago nero” di Zanica?

Bergamospia (si dice, non si dice) Chi creò il “lago nero” di Zanica?
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Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.

 

Addio al lago nero dei veleni
(Non) è tutto bene quel che finisce bene

lagonero

Dopo quasi 40 anni sparisce il “lago nero” di Zanica, famigerata palude piena di melme acide e sostanze cancerogene. Un autentico spicchio di Terra dei Fuochi trapiantato nella ridente Bassa Bergamasca, visibile persino dal satellite ma sfuggito per decenni all'occhio di amministratori e funzionari pubblici. Gli abitanti della zona, sottovalutando le insidie per la salute, vi si erano quasi affezionati. C'erano persino ambientalisti capaci di confessare candidamente di essere cresciuti girando in bicicletta attorno alla pozza, senza mai muovere un dito perché «raccogliamo già le carte nei parchi, mica possiamo fare tutto noi». Ora i lavori di bonifica si sono finalmente completati (a spese dei contribuenti) e l'Arpa ha certificato la «cessazione del rischio per la salute dei cittadini e dell'ambiente». Finalmente. I miasmi lambivano le case vicine, senza contare che la discarica pesava come una bomba innescata sulla falda sottostante e si adagiava beatamente tra i campi coltivati. Tutto è bene quel che finisce bene, ma bisognerebbe chiedersi chi, perché e per quanto versò veleni in quell'ex cava, tra l'indifferenza generale di tutti gli enti preposti, nonostante ci fossero corposi dossier con analisi che fotografavano la gravità della situazione. Meglio non festeggiare troppo, insomma, anche perché di recente la Dda di Brescia ha fatto capire che presto emergeranno altre brutte sorprese dal territorio orobico. L'immobilismo della superficie tossica e delle istituzioni si spezzò qualche anno fa solo grazie ad alcuni insistenti articoli di stampa, che svelarono all'opinione pubblica l'esistenza della discarica. Da quel poco che si riuscì a scoprire, il laghetto si formò nottetempo: furono autobotti provenienti da alcuni impianti petrolchimici del Nord a riempirlo. Certe cose succedono anche a casa nostra, mica solo al Sud. Ma basta chiudere gli occhi per far finta che non esistano.

 

Sicurezza, botta e risposta Ribolla-Gandi

Sergio Gandi vicesindaco di Bergamo

Il Sole 24 Ore pubblica la tradizionale classifica sulla qualità della vita e Bergamo balza dal 41° al 24° posto. Il sindaco Giorgio Gori può sorridere, anche se rimane il lato oscuro della sicurezza: migliorata pure questa (dal 93° all'80° posto), ma troppo poco per uscire dalle zone basse e malfamate della graduatoria. Sul punto, immancabilmente, si scatena la polemica. Alberto Ribolla, capogruppo leghista, accende la miccia. «Non passa settimana senza che succedano episodi criminosi più o meno gravi: l'ultimo venerdì sera, in pieno centro, dove è stata presa di mira una farmacia. Siamo ansiosi di sapere cosa ci dirà l'assessore alla sicurezza nel consiglio straordinario dell'11 gennaio». Tirato in ballo, Sergio Gandi lo anticipa: «Invito Ribolla a leggere meglio i dati, visto che si stava peggio prima». Poi però riconosce: «Siamo al corrente di alcune situazioni di degrado e insicurezza, siamo sempre al lavoro per migliorare. Ma nessuno può dire che siamo rimasti fermi per 18 mesi».

 

Natale a km zero, regali e buoi dei paesi tuoi

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Quest'anno, dice la Coldiretti, va di moda il regalo a “km zero”. La tendenza del dono “utile e goloso” si riscontra anche in provincia di Bergamo, dove l’acquisto di cesti di prodotti agroalimentari locali sta facendo registrare un vero e proprio boom. «L’idea del regalo da portare in tavola – sottolinea la presidente di  Agrimercato Campagna Amica Coldiretti Lucia Morali – piace a un numero crescente di persone, sia perché il cibo è sempre particolarmente gradito, sia perché si sta sempre più diffondendo la consapevolezza che acquistare prodotti a km zero significa fare un investimento che va a vantaggio del territorio in cui si vive». Buon Natale (e buon appetito) a tutti.

 

Un ospedale a due ruote

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Il Papa Giovanni XXIII viaggia su due ruote. Lunedì sono stati inaugurati in un colpo solo la nuova stazione di bike sharing e i parcheggi per moto e velocipedi. Più il parco Bonaldi, cintura green che abbraccia il complesso. Soddisfatto l'assessore alla Mobilità Stefano Zenoni: «Grazie al supporto dell'Azienda Ospedaliera, si completa l’asse di bike sharing dal centro città fino all’Ospedale. La postazione consentirà di offrire un’alternativa all’utilizzo del mezzo privato». Gli fa eco il dg Carlo Nicora: «Due servizi che rendono il nostro ospedale più vicino alla città di Bergamo e ai bergamaschi e più accessibile ai nostri oltre 10mila visitatori quotidiani, con un impatto significativo anche dal punto di vista della mobilità sostenibile». Ma il dg, confermatissimo in sella all'Hpg23, vuole pedalare più veloce: «Con la realizzazione della fermata del treno faremo un ulteriore e significativo passo in avanti».

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