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Bergamospia (si dice, non si dice) Malpensata, un angolo di far west

Bergamospia (si dice, non si dice) Malpensata, un angolo di far west
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Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.

 

Alla Malpensata un angolo di far west

malpensata

Piccolo angolo di far west alla Malpensata. Nelle case Aler di via Luzzati, denuncia il capogruppo leghista Alberto Ribolla, succede un po' di tutto. Risse, scontri fra stranieri di diverse etnie con tanto di coltelli esibiti, bivacchi, festini, insulti agli anziani, appartamenti subaffittati, auto rubate abbandonate in cortile. Il vicesindaco Sergio Gandi gli risponde ammettendo che sì, è tutto vero: la situazione è quella che è, Aler e polizia locale hanno intensificato i controlli per tentare di metterci una pezza. Fuoco che cova sotto la cenere di una integrazione difficile, soprattutto in periferia. E che sarebbe meglio spegnere prima che divampi l'incendio.

 

La pigrizia della Giunta fa arrabbiare Tentorio

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La Giunta se la prende un po' comoda nel rispondere alle interrogazioni e l'ex sindaco Franco Tentorio, riferisce l'Eco, perde la pazienza. Dopo l'assessore all'Ambiente Leyla Ciagà, anche l'assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini finisce nel mirino per eccesso di lentezza. Due questioni sono finora rimaste lettera morta: una sulla nuova sede della Gamec (presentata a febbraio), l'altra sul bando di ristrutturazione di Sant'Agata (risalente a marzo). «Mi rendo conto che si tratta di argomenti che possono evidenziare una grave inattività della giunta - attacca Tentorio - ma ciò non giustifica l'indisponibilità a rispondere alle richieste dei consiglieri che esercitano un loro importante diritto democratico». L'inflessibile Alberto Ribolla è andato oltre. Ha preso carta e penna e ha scritto alla prefettura per segnalare la "pigrizia" assessorile. Le risposte alle interrogazioni, dice del resto il regolamento, vanno date entro trenta giorni. Mica dopo sette mesi, suvvia.

 

Il made in Bergamo piace agli arabi

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Elogi in lingua araba per il made in Bergamo. Arrivano dagli imprenditori del Golfo, che hanno incontrato le aziende orobiche in Camera di Commercio per stringere nuovi affari. «Qui sapete cosa fare e come farlo» dicono gli arabi. Un riconoscimento a una cultura del lavoro che nemmeno la crisi ha intaccato. E che porta la nostra fama molto lontano, con positive ricadute sull'export. C'è chi ha già cominciato: la Happy Vision di Seriate ha ricevuto l'incarico di produrre 1200 targhette tattili per l'aeroporto di Doha. Persino nel deserto sanno che dei bergamaschi ci si può fidare.

 

C'è da spostare una macchina

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Dopo giorni di polemiche su divieti e multe, non poteva mancare il Gruppo Facebook dedicato ai furbetti della sosta. "Parcheggio selvaggio a Bergamo e provincia" raccoglie gli abusi quotidiani di chi non rispetta linee, cartelli e tantomeno il senso civico. Così sul social scorre un bel campionario di suv lasciati in mezzo alla strada, di incivili che usurpano gli spazi dei disabili, di posti per le moto occupati da vetture. Ognuno può postare la foto del maleducato di turno. C'è da spostare una macchina, cantava il comico Salvi un bel po' di anni fa. Un ritornello che non passa mai di moda.

 

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