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Il film da vedere nel weekend Benedetta follia, amaro Verdone

Il film da vedere nel weekend Benedetta follia, amaro Verdone
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Regia: Carlo Verdone.
Con: Carlo Verdone, Ilenia Pastorelli, Maria Pia Calzone, Lucrezia Lante Della Rovere, Paola Minaccioni, Elisa Di Eusanio, Francesca Manzini, Piero Concilietti, Anna Ferraioli Ravel, Ciro Scalera, Margherita Di Rauso, Valentina D'Ulisse, Federica Fracassi
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Carlo Verdone non è certo un personaggio universalmente amato. Ha avuto una carriera molto lunga (iniziata nel 1979 recitando nel film La luna di Bernardo Bertolucci) e subito sbarcata alla regia (Un sacco bello, 1980). Per il tipo di opere proposte, quasi tutte legate a temi leggeri, non si può insomma parlare di un autore impegnato. L’idea però che la commedia sia un genere necessariamente votato alla frivolezza è – sarebbe sempre bene ricordarlo – un presupposto sbagliato ma ancora assai duro a morire. Gli esempi nella storia del cinema si sprecano: anche senza scomodare il classico Chaplin (Tempi moderni, Il grande dittatore) basta guardare alla saga di Fantozzi o a un film come Ovosodo di Paolo Virzì. La grandezza della commedia sta insomma nella sua capacità di sfruttare il riso per intercettare ansie, preoccupazioni, cambiamenti sociali che corrono sotto la pelle di una comunità o di un’epoca storica. Fantozzi lo ha fatto molto bene, drammatizzando il passaggio dall’Italia del boom a quella del reflusso (particolarmente istruttiva la sequenza sull’introduzione del telecomando, ad esempio).

 

 

I film di Verdone, per quanto quasi sempre apprezzabili, non hanno in tutti i casi dimostrato questa maturità e questo è senza dubbio uno dei motivi per cui la sua fortuna registica non è stata sempre indiscussa. Come che sia, dopo aver prodotto negli anni una serie di film comunque apprezzabile (ricordiamo almeno: Borotalco, Troppo forte, Stasera a casa di Alice, Gallo cedrone, C’era un cinese in coma), Verdone torna in sala questa settimana con la sua ultima fatica: Benedetta follia. Protagonista del film (interpretato dallo stesso Verdone) è il commerciante Guglielmo, specializzato in articoli devozionali. Abbandonato dalla moglie dopo un lungo matrimonio, l’uomo tira a campare come meglio può, finché fa la sua comparsa Luna, che vorrebbe diventare sua commessa. Le premesse non sono buone: la ragazza, nata e cresciuta in borgata, sembra all’apparenza poco consona al ruolo. Sarà proprio la sua presenza, tuttavia, a risollevare Guglielmo dalla sua apatia.

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Se prima si è detto che Verdone non è sempre riuscito a catalizzare il meglio della commedia nei suoi film, Benedetta follia ci invita a ricrederci: l’opera è complessa, matura, intelligente e perfettamente inserita nel suo tempo. Non più esuberante e carnevalesca, la comicità verdoniana è qui misurata e sapientemente mescolata col dramma. A tal punto le cose si fanno complesse che vien quasi da rivedere – in quella giovane commessa dallo stile esplosivo – un riflesso del Verdone giovane, quello eccessivo e grottesco. Un confronto con il proprio sé nel tempo dell’autoconsapevolezza, che diventa uno riuscito tentativo di guardarsi allo specchio per scoprirsi cambiato, smagliato, irriconoscibile.

Tutta l’amara comicità del film si consuma nei dialoghi fra i due personaggi principali (il cast è d’altronde ridotto al minimo) e in questa altalena fra presente e passato emerge un regista consapevole, riflessivo, quasi metacinematografico. Su questo film non si possono insomma avere dubbi: Verdone ha attinto a piene mani dall’immaginario della commedia più alta, mescolandolo sapientemente con il suo stile e la sua autobiografia. Il risultato è un prodotto intelligente, forse uno dei suoi migliori titoli. La visione è assolutamente consigliata e potrebbe sorprendere qualcuno, ovviamente in positivo.

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