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Il film da vedere nel weekend Noi, desiderio di vendetta

Il film da vedere nel weekend Noi, desiderio di vendetta
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Regia: Jordan Peele.
Con: Lupita Nyong'o, Winston Duke, Elisabeth Moss, Tim Heidecker, Yahya Abdul-Mateen II.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Può un comico fare un ottimo film horror? Una domanda che sembrerebbe quantomeno mal posta, e che tuttavia Jordan Peele ha posto in maniera necessaria con il suo lungometraggio di debutto Scappa – Get Out, identificato ai prestigiosi "Cahiers du cinéma" come uno dei film più interessanti e importanti degli ultimi anni. A ragione, vorremmo aggiungere, perché Get Out ha avuto la straordinaria capacità di dimostrare come il cinema horror sia soprattutto un cinema politico, in grado di parlare in forma sottocutanea delle ansie e delle contraddizioni della nostra società. C’è molto dell’America di oggi nel film di Peele e del senso di essere un afroamericano della media borghesia in questo contesto storico e culturale. Così, dopo lo straordinario successo di questa prima prova, c’era trepidante attesa per il nuovo Noi, che in questi giorni sbarca al cinema.

 

 

Effettivamente l’entusiasmo sembra essere stato del tutto ripagato: Peele mette mano a un film complesso, profondamente politico e capace di scavare con grande audacia nelle complesse dinamiche degli Stati Uniti di oggi. Protagonista è una famiglia di afroamericani che si reca nella propria casa di vacanza: grazie a un prologo molto potente, sappiamo che per la madre della famiglia quel posto è portatore di ricordi traumatici e oscuri, che torneranno presto a manifestarsi. Una sera, subito dopo il loro arrivo, i nostri vedono nel giardino di casa una famiglia, i cui membri sono apparentemente le loro copie esatte. Inizierà così un confronto diretto, violento e pieno di colpi di scena, che porterà alla luce una complessa problematica collettiva. Ciò che colpisce maggiormente, nei film di Peele, è la sua straordinaria capacità (che sembra discendere direttamente dal cinema di Lynch) di trasformare qualsiasi immagine in un oggetto potenzialmente inquietante, rivelandone i lati più oscuri. Ciò avviene grazie a un modo particolarissimo di inquadrare da vicino e di sfruttare luci e ombre in modo fortemente espressivo. Si tratta di una tecnica altamente raffinata, che conferisce eleganza e spessore estetico al film e che in parte ha sicuramente contribuito al successo di critica di Get Out. Le interpretazioni dei personaggi, che passano quasi istantaneamente dalla misura all’eccesso, rendono conto di una società schizofrenica, dove la paranoia e il sospetto sono all’ordine del giorno.

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Peele racconta una storia di vinti, di rigettati e di vendetta. Lo fa costruendo un film che reinterpreta in modo personale generi e temi tipici dell’horror (come la home invasion alla The Strangers) e che risultano qui indagati nella loro complessa valenza politica. Noi completa la radiografia dei valori dell’America di oggi inaugurata da Get Out e lo fa fotografandone le controverse dinamiche di costruzione identitaria, basate sul rapporto dinamico noi/loro. Nel complesso, si tratta di un film profondo e di spessore, che eccede di gran lunga i limiti discorsivi entro cui è solitamente confinato il genere horror. Una pellicola da vedere, che conferma le migliori aspettative nei confronti del suo regista.

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