"Magic in the moonlight"

Il film da vedere nel weekend Woody Allen, tra Gatsby e ironia

Il film da vedere nel weekend Woody Allen, tra Gatsby e ironia
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Regia: Woody Allen.
Cast: Emma Stone, Colin Firth, Marcia Gay Harden, Jacki Weaver, Hamish Linklater, Eileen Atkins, Erica Leerhsen, Simon McBurney, Antonia Clarke, Natasha Andrews, Valèrie Beaulieu.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: Cinema Conca VerdeUCI Cinemas Curno.

 

Tramonto degli anni Venti nella spumeggiante Berlino. Stanley Crawford è un cinico e sentenzioso gentiluomo inglese, sempre pronto a colpire con la sua lingua biforcuta: sul palcoscenico, per gioco oltre che per passione, veste i panni del prestigiatore cinese Wei Ling Soo, incantando il pubblico con spettacolari numeri di magia (sparizioni di grossi animali o teletrasporto sono solo alcuni dei suoi numeri). Quando un amico di vecchia data gli propone di smascherare una sedicente medium intenta a spennare una famiglia americana in villeggiatura sulle coste francesi, Crawford non può che seguire il suo istinto serpentino e accettare la provocazione. Mascherando la propria vera identità riesce a incontrare Sophie Barker e nonostante tutto fra i due scoppia l’amore. Il rapporto fra i due è complicato: il razionalismo di Stanley si scontra con la sensibilità (forse) paranormale di Sophie. Che l’unica vera forza magica del mondo sia l’amore?

Woody Allen non ha bisogno di presentazioni. Il numero dei film da lui realizzati a partire dal suo debutto è diventato ormai incalcolabile e all’attivo ha anche diversi capolavori che hanno fatto la storia del cinema. Questo nuovo Magic in the moonlight sembra arrivare nella stagione sbagliata, perché mentre fuori si cominciano ad addobbare gli alberi di Natale, in sala si passa una bella serata sotto il sole languido della Costa Azzurra; un’altra delle numerose magie del cinema. Il film è dominato da un’allegria insistente, che ricorda un po’ l’entusiasmo delle grandi feste del Gatsby di Fitzgerald. Ma, come in quel caso, anche qui non tutto è come sembra e dietro ai sorrisi di maniera e all’incontro fortunato di due amanti si percepisce – in sottofondo e in maniera tutt’altro che insistita – l’arrivo della tempesta che di lì a poco avrebbe travolto l’Europa.

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Ma il vero centro del film è la scelta: credere all’illusione della magia o analizzare la realtà come se fosse un’equazione? Allen ci ha abituato a personaggi insicuri, impacciati, che non riescono a fare la pace col mondo. Che finiscono sempre con l’essere uomini spezzati, che non sanno decidere del proprio destino. Così anche il protagonista di Magic in the moonlight, a lungo indeciso fra l’amore e la ragione. Non c’è una risposta a questi dubbi, ma solo nuove domande che illuminano e rilanciano le precedenti.

Woody Allen e dintorni. Newyorkese di nascita e americano fino al midollo, nato nel 1935. Woody Allen è – dagli anni Sessanta – una delle voci più interessanti del cinema americano. Figlio del teatro e dell’intrattenimento spicciolo da battuta incisiva, Allen firma il suo primo lavoro Che fai, rubi?, ridoppiando un film di spionaggio orientale e trasformandolo in una commedia. È l’inizio della genialità più pura, che nei lavori successivi (Prendi i soldi e scappa, Il dittatore dello stato libero di Bananas, Amore e guerra) raggiungerà l’apice dello sviluppo. Sono commedie rapide, fulminanti, piene di battute e gag umoristiche. In seguito, Allen approderà a lavori più lirici e misurati, in cui il dialogo e l’umorismo sono funzionali alla costruzione di delicate storie d’amore, mai troppo felici ma sempre infuse d’ottimismo (Io e Annie, Manhattan). In tempi più recenti Allen ha realizzato film di grande pregio come Midnight in Paris e Blue Jasmine, recentemente insignito dell’Oscar alla migliore attrice protagonista.

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