Con il trailer

Il film da vedere nel weekend The Green Inferno, cannibal horror

Il film da vedere nel weekend The Green Inferno, cannibal horror
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Regia: Eli Roth.
Cast:  Lorenza IzzoAriel LevyKirby Bliss BlantonAaron BurnsMagda ApanowiczIgnacia Allamand, Daryl Sabara, Nicolás Martínez, Sky Ferreira, Eusebio Arenas, Richard Burgi.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

C’è stato un tempo che oggi appare lontanissimo e che viene continuamente rimpianto dai cinefili più nostalgici ed omaggiato dai grandi citazionisti come Tarantino. A partire dagli anni Sessanta, il cinema italiano ha attraversato un momento di grande fervore creativo, caratterizzato da un coraggio fuori dal comune nel mostrare immagini proibite, sfidando la censura ed erodendo continuamente le soglie del visibile. Tutto è cominciato con Salò, film testamento con cui Pasolini rinnegava le sue opere precedenti per raccontare la dissoluzione delle ideologie nella società dei consumi, ma uno dei punti di massimo eccesso visivo mai raggiunti dal filone è rappresentato dal film simbolo di Ruggero Deodato, Cannibal Holocaust. Oggi questi eccessi sono lontani, schiacciati dalla censura che spesso in maniera fortemente ipocrita boccia il cinema per riproporre continuamente eccessi di violenza indiscriminata nella televisione e sul web.

A rinverdire le sorti del filone cannibalico ci pensa, nelle sale italiane in queste settimane, il genio perverso (e spesso giustamente incompreso) di Eli Roth, che dopo essere salito agli onori delle cronache con il rivoluzionario Hostel, con la benedizione di Tarantino stesso, ci propone il suo ultimo lavoro The Green Inferno. L’opera è apprezzabile anche prima di entrare in sala, per la sua volontà, palese fin dal trailer, di porsi come tentativo di ragionare sul cinema e sulla violenza in esso contenuta, con particolare riferimento alle pellicole mondo o cannibal che hanno spopolato in Italia e nel mondo intero qualche decennio fa. È un panorama ormai lontano, ma il nostalgico Roth decide di aggiornarlo, portando in scena la vicenda di un gruppo di attivisti che si recano nella giungla amazzonica per impedirne il disboscamento e mettere in salvo le tribù locali. Verranno malauguratamente catturati e, prede del villaggio, si accorgeranno che il loro desiderio di mettere al riparo le popolazioni autoctone non era privo di zone d’ombra.

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Riesumare un genere morto potrebbe sembrare un’operazione spudoratamente commerciale e la gigantesca campagna mediatica messa in piedi per The Green Inferno sembrerebbe confermare questa ipotesi (trailer e poster costellati di scritte shock). Tuttavia, dalle immagini di questo film, bellissime soprattutto nel raccontare i colori della giungla nel suo meraviglioso aggrovigliarsi di forme naturali, traspare chiaramente la sincera nostalgia del regista. Nostalgia per un tempo più coraggioso, che Roth ha sempre cercato di riportare in auge già dalle sue prime prove registiche. Così il film ci propone sprazzi di sangue concentrati in determinati momenti del film e non risparmia dettagli macabri riguardo alle tradizioni delle popolazioni locali. Anche se i personaggi sono a volte banali nelle loro interazioni, allo spettatore veramente interessato questo può anche star bene: il fine ultimo di un film come questo è un altro.

Spiace solo prendere atto che, a fronte della buona volontà del regista, la pellicola avrebbe potuto essere molto più estrema, calcando la mano in maniera decisamente maggiore sui dettagli truculenti, che il pubblico si aspetta da un film come questo. Considerata anche la censura che vieta la visione ai minori di 18 anni, si sarebbe potuto osare di più. Ma i tempi sono cambiati e il regista sembra saperlo fin troppo bene. Certo, il tentativo di rimettere in piedi una realtà estinta è apprezzabile, soprattutto quando viene fatto con una simile passione e intelligenza.

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